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Paola Chiara Masuzzo's avatar

Grazie per questa puntata. C’è tantissimo su cui interrogarsi e riflettere. Rileggendola pensavo che in fondo forse quello che fa la differenza è (come sempre?) il perché delle cose. Quasi tutti i dibattiti intorno ai diritti della proprietà intellettuale sono nati fino a oggi in contesti o di business o di sistemi di produzione del sapere, dove gli obiettivi sono sempre stati orientati o al profitto, o allo status accademico, ai crediti e alla costruzione di una certa reputazione. Rimettere in discussione il perché del copyright quindi, piuttosto forse che il copyright stesso, mi sembra fondamentale, e mi pare fondamentale ad esempio provare a immaginare come cambierebbero le cose se la motivazione dietro tutto divenisse, non so, la tutela di comunità marginalizzate, o la promozione della salute e dei diritti delle donne? Così, due cose a caso. È sempre una questione di potere, sì.

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Alice Orrù's avatar

Torno sulla tua newsletter dopo qualche giorno perché in un angolo del mio cervello non ho mai smesso di pensarci. Apprezzo tantissimo il tuo posizionamento e il modo in cui punti il riflettore sul tema: "esistono posizioni diverse a seconda di chi le esprime". E infatti sono davvero grata a riflessioni come le tue, e a quelle di Mafe, di Paola e delle persone che si occupano di open data e open source che ho incontrato negli anni; mi avete generato un sacco di produttivi cortocircuiti!

La posizione su cui al momento mi trovo più a mio agio è il senso di giustizia sociale che sta nell'attribuzione, nel riconoscere quando possibile il cammino di un'idea e le voci che le hanno dato forma ed evoluzione nel tempo. In un sistema come quello che abitiamo, iniquo e intriso di dinamiche di potere squilibrate, il CC0 1.0 Universal mi mette a disagio, mi viene da pensare "so già come andrebbe a finire, le voci marginalizzate rimarrebbero tali". Lo so, l'ottimismo sul tema non è il mio forte 🤭

Mi ritrovo molto nel cambio di prospettiva che propone Paola, ripensiamo il perché del copyright, sganciamolo dall'idea che serva a capitalizzarci su e a creare recinti di remuneratività economica o status escludenti. E sì, mi rendo anche conto che prima di fare un passo del genere ci sarebbero tanti altri tasselli sistemici da decostruire (se non dinamitare del tutto!).

Riflettere su queste strutture di potere e le complessità che producono è già una sfida grande, quindi grazie per aver lasciato così tante riflessioni aperte. :)

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