Il sito dove il mondo diventa un dataset
14mila data viz da usare per formazione o produzione di contenuti
In questo numero: vi racconto com’è fatto e come usare uno dei siti di dati più amati dai miei studenti dei corsi universitari, Our World in Data.
🗞️ Su SkyTG24 scrivo della ricerca di Terre des Hommes sul rischio di sfruttamento minorile nei contenuti degli account “family influencer”.
Ho scritto un pezzo per Left che si chiama “La guerra dei numeri non salva nessuna”. Lo trovi in edicola.
Dove sono nelle prossime settimane:
13 novembre, Roma: alle 18:30 presento il libro alla Villetta Social Lab, Garbatella.
14 novembre, Vicenza: recuperiamo l’incontro del 4 novembre, alle 20:30, alla chiesa di San Vincenzo.
15 novembre, Padova: sabato mattina sono al festival Cicap per partecipare all’incontro “Non solo numero, cosa raccontano i dati”, con
.16 novembre, Udine: parlo al Fake News Festival, dove parteciperò al talk “L’intelligenza artificiale discrimina?”
Oltre agli eventi programmati, che trovi qui, fino al 2026 non faccio più interventi o presentazioni. Il libro però si può ancora comprare e leggere, e magari regalare:


Se ce l’hai già, e se ti va, lasciami una recensione su Amazon o Goodreads <3
Sei tra le 12824 persone che leggono la newsletter. Nell’ultima puntata abbiamo parlato delle elezioni del sindaco di New York, se apri la versione web trovi un bel dataset che ho aggiunto dopo averla inviata:
(…) la misura del tasso di disoccupazione ha avuto origine con la crisi del 1929; nessuno prima voleva sapere quante persone cercassero lavoro senza trovarlo.
Paleari, Cassia, Kalchschmidt, Un dato di fatto: Uso e abuso del dato (Brioschi ed. 2021)
Il sito dove il mondo diventa un dataset
Lə miə studenti lo amano.
Io vieto loro di usarlo come unica fonte dei project work da presentare all’esame.
Loro lo sfruttano comunque per trovare angoli narrativi originali alle loro ricerche, e fanno bene.
Sto parlando di Our World in Data, il sito nato nel 2014 da un’idea dell’economista Max Roser e portato avanti con una collaborazione tra i ricercatori dell’università di Oxford, che producono i contenuti scientifici, e l’organizzazione no profit Global Change Data Lab, che pubblica e gestisce il sito e gli strumenti di analisi dei dati messi a disposizione del grande pubblico.
OWID (come lo chiamerò da ora in poi) è uno strumento di alfabetizzazione globale su diverse tematiche, dalla crescita della popolazione all’intelligenza artificiale, dai cambiamenti climatici alle guerre, e molto altro: sono 120 gli argomenti su cui c’è almeno un contenuto prodotto dal team di ricercatori e ricercatrici coinvolti nel progetto.
Arrivando dal mondo della cooperazione internazionale il sito è nei miei radar dalla sua fondazione, quando lo usavo come fonte per scrivere articoli che avessero come temi centrali la lotta alla povertà e le condizioni di vita nel cosiddetto sud globale. Poi il sito si è evoluto e l’ho fatto anche io: per me, e potrebbe diventarlo anche per voi, oggi è una fonte secondaria di dati presentati in modo rigoroso e trasparente. Pensato per chi fa ricerca, è diventato negli anni una miniera anche per chi fa informazione, didattica o comunicazione online.
È una fonte secondaria perché non produce i dati, ma li elabora: le fonti primarie sono sempre indicate nella metodologia di ogni contenuto e in calce alle data visualization. Molto utile se si vuole risalire all’ente che ha prodotto i dati e approfondire maggiormente il fenomeno.
La missione del sito è quella di “usare la ricerca e i dati per mostrare il progresso e le sfide dell’umanità”, rendendo accessibili a tutti le informazioni che spiegano come cambia il mondo.
Come usare Our World in Data
Ad oggi sono state pubblicate più di 14mila data viz, ma dentro OWID non ci sono solo visualizzazioni: ogni racconto del mondo è infatti una porta d’accesso a dataset in formato aperto che possono essere riutilizzati liberamente per altre visualizzazioni o interpretazioni dello stesso fenomeno. Tutto è gratuito, scaricabile, riutilizzabile.
Sotto ogni grafico ci sono le fonti, i link agli studi originali, le definizioni usate e la metodologia. Soffermarsi ad analizzarle può essere un buon esercizio per allenarsi a leggere i “metadati”, cioè le informazioni sui dati che ci spiegano come sono stati scelti e raccontati.
Il funzionamento è quello di una wikipedia dei dati, dove ogni tema è connesso a un grafico, che a sua volta può far parte di analisi diverse.
Le porte d’ingresso principali del sito sono:
i “topics”, cioè i 120 temi affrontati dalla redazione: da Poverty & Inequality a Energy e Mental Health, ogni pagina raccoglie analisi, visualizzazioni e dataset collegati.
i grafici interattivi, dove ogni visualizzazione si può esplorare in modi diversi (scegliendo paesi, periodi, unità di misura) e scaricare in diversi formati, oppure incorporarla in un altro sito. Da qui è possibile anche scaricare i dataset che hanno originato la dataviz.
la nuova ricerca dati, da cui si può partire con parole chiave.
la sezione Data Explorer, che permette di combinare dataset diversi e creare grafici personalizzati.
Ci sono anche indicazioni e suggerimenti specifici per “Insegnare con OWID”.
Max Roser ripete spesso che Our World in Data serve a mostrare non solo i problemi del mondo, ma anche i progressi: meno bambini muoiono di fame, più persone vanno a scuola, più malattie vengono curate.
Vi ricorda qualcuno?
A me sì: il medico e statistico svedese Hans Rosling, autore di Factfulness, che insieme ai figli aveva dato vita a un altro portale ricco di dati e grafici, Gapminder.org, pensato soprattutto per scopi didattici.
“Aggiorna il tuo punto di vista”, si legge sul sito di Rosling. Vale anche per Our World in Data.
I data-link della settimana
Keep reading with a 7-day free trial
Subscribe to Ti spiego il dato - ogni settimana to keep reading this post and get 7 days of free access to the full post archives.









