Una mappa delle panchine di New York avrebbe potuto prevedere la vittoria di Mamdani?
Ovviamente no, ma così ho la scusa per parlarne
In questo numero: parliamo di come si prevede la vittoria di un sindaco democratico e socialista, musulmano, immigrato, nella città di New York.
🗞️ Su SkyTG24 ho scritto un pezzo a cui tengo molto: dice che il rischio di femminicidio in Italia aumenta nelle aree in cui c’è più emancipazione femminile.
Il secondo episodio di Numeri è arrivato alle persone abbonate a Internazionale, analizziamo due scrollytelling, uno del South China Morning Post e uno del Guardian, che partono dalle vite di quattro persone e poi allargano lo sguardo usando i dati. Il primo affronta lo sfruttamento delle domestiche migranti a Hong Kong, il secondo la manosfera e il culto degli incel.
Si parla di “Perché contare i femminicidi è un atto politico” su D di Repubblica grazie a Giulia Mattioli e nell’ultima puntata di Indagini, di Stefano Nazzi.
Anche oggi lo sponsor è Banca Etica, che ci aiuta a fare pace con i nostri soldi.
Dove sono nelle prossime settimane:
6 novembre, Roma: “Una iris per non dimenticare”, alle 14 un incontro all’università Sapienza con Cristina Mostosi (se hai letto il libro sai), Elisa Ercoli e Anahi Mariotti.
7 novembre, Roma: sarò a Il Domani delle donne, evento organizzato dal quotidiano Domani, alle 11.45 al tempio di Adriano con la giudice Paola Di Nicola Travaglini, l’avvocata Ilaria Boiano e Federica Rosin per l’Osservatorio femminicidi di Non una di meno.
8 novembre, Roma: parliamo di Perché contare i femminicidi è un atto politico da Lucha y Siesta, alle 18, con Claudia Torrisi e l’Osservatorio Nazionale Non Una di Meno.
13 novembre, Roma: alle 18:30 presento il libro alla Villetta Social Lab, Garbatella.
14 novembre, Vicenza: RECUPERIAMO l’incontro del 4 novembre, stavo male e abbiamo rimandato!
15 novembre, Padova: sono al festival Cicap per partecipare all’incontro “Non solo numero, cosa raccontano i dati”.
16 novembre, Udine: parlo al Fake News Festival, dove parteciperò al talk “L’intelligenza artificiale discrimina?” insieme a Rocco Panetta, Fabio Chiusi e Gabriele Franco. Ci trovi alle 11:30 al Palazzo Antonini Belgrado.
Ti ricordo che se vuoi coinvolgermi in un evento puoi scrivere a contact-columbro@elastica.eu e per le presentazioni di quest’ultimo libro in particolare scrivere a press@rodella-comunicazione.it.
Sei tra le 12720 persone che leggono la newsletter. Nell’ultima puntata abbiamo parlato di atti di micro sabotaggio quotidiano della macchina della sorveglianza:
Anything is possible. This is New York.
Carrie Bradshaw, Sex and The City
Come prevedere la vittoria di Mamdani
La vittoria di Zohran Mamdani, neoeletto sindaco di New York, musulmano, nato in Uganda, 34enne, sorridente e gioioso (mica poco, oggi), che è stata espressione di un desiderio di cambiamento e di chi “rifiuta di accettare che la promessa di un futuro migliore sia un relitto del passato”, avrebbe potuto essere previsto attraverso un “censimento” delle panchine della città? Stamattina mentre scorrevo i reel che per una volta l’algoritmo ha saputo propormi senza glitch, senza errori, tutti da New York, con frammenti del discorso di insediamento di Mamdani, feste per strada e vecchi video di campagna elettorale, ne è apparso anche uno del New York Times sulla storia delle panchine della città. L’evoluzione delle panchine di NY è strettamente legata alle forme di esclusione sociale che si sono perpetrate negli anni nella città, secondo l’inchiesta di Anna Kodé. Forme che derivano da un approccio di “architettura ostile”, scelte progettuali e di arredo urbano pensate per scoraggiare certi comportamenti o presenze indesiderate negli spazi pubblici. A danno di chi? Delle persone vulnerabili, come chi è senza fissa dimora, ma anche di giovani, skater o chiunque “stazioni” in giro, nullafacente (!!!), troppo a lungo. Uno dei nomi indicati come “responsabili” di queste scelte è Robert Moses, urbanista, che dopo la Grande Depressione introdusse le panchine con divisori metallici (“hooped dividers”) per impedire che i “drunks” dormissero nei parchi. Negli anni settanta, dopo che la Corte Suprema aveva dichiarato incostituzionali le leggi anti-vagabondaggio, l’architettura ostile è diventata poi il nuovo modo per esercitare controllo sociale e sotto il sindaco Rudolph Giuliani (anni novanta) l’approccio è diventato esplicitamente repressivo, con il divieto di dormire in strada (“Bedrooms are for sleeping”, disse nel 1999).




Se una città espelle, rifiuta e respinge chi non è produttivo, cosa fanno i suoi abitanti? Si auto-organizzano, certo, per contrastare queste politiche, e quando all’orizzonte appare un candidato sindaco che sembra cogliere tutte le istanze dal basso, lo votano.
Mamdani non ha parlato di panchine nei suoi discorsi pre elettorali, ma di diritto alla casa. Di stabilità abitativa, di affordable housing, in una città in cui, secondo l’indice di Carrie Bradshaw dell’Economist (ne scrivo su Internazionale), l’affitto mensile medio per un monolocale è di 3.790 dollari, e servono almeno 151.600 dollari di stipendio all’anno per permetterselo.
Chi ha predetto davvero la vittoria di Mamdani
Quella delle panchine è una mia lettura post elettorale. Ma c’è un bel lavoro di
, che ha fatto una previsione dei risultati del voto con una mappa per ogni quartiere di New York, grazie alla disponibilità di dati disaggregati molto dettagliati. Nell’analisi di Lange ogni block corrisponde a un isolato urbano, cioè la più piccola unità di analisi territoriale all’interno della città.Il modello di previsione ha sfruttato i dati elettorali passati (del 2021 e del 2023), i dati demografici con la composizione della popolazione per età, reddito, origine etnica, tipo di nucleo familiare e livello di istruzione, e informazioni di tipo socioeconomico e urbanistico, come il prezzo medio delle abitazioni, gli affitti, la densità di popolazione o l’uso del suolo. Infine, sono stati considerati anche indicatori del comportamento politico, come i tassi di partecipazione al voto, le donazioni ai partiti e le dinamiche delle campagne locali. La previsione di Lange è stata un esercizio per dimostrare quanto il voto avrebbe potuto riflettere le disuguaglianze spaziali e sociali della città: i quartieri ricchi e gentrificati (come Upper East Side, Tribeca) avrebbero preferito Cuomo, mentre le aree più popolari, con forte presenza di minoranze e giovani, (Bronx, Queens, Brooklyn progressista) si sarebbero orientate verso Mamdani.
Un lavoro enorme, utile soprattutto dal punto di vista metodologico (e per capire che ci sarebbe davvero bisogno di dati così granulari).
Chissà che mappa sarebbe venuta fuori da un file open data sul tipo di panchine distribuite per ogni quartiere :)
ADDENDUM ORE 14:34: ovviamente il file esiste. Perché a New York Tutto è possibile. Ve lo metto qui, se volete fare una mappa che confronta i risultati elettorali con il tipo di panchine installate.
Questa settimana la newsletter è sostenuta da: Banca Etica
Nel 2024, le 65 maggiori banche mondiali hanno finanziato con oltre 869 miliardi di dollari le aziende dei combustibili fossili.
Nello stesso anno, le banche italiane hanno movimentato oltre 4,5 miliardi di euro in esportazioni di armamenti. Sempre nel 2024, il patrimonio dei fondi immobiliari italiani ha superato i 139 miliardi di euro.
Hai appena scoperto che in una di queste banche i tuoi soldi fanno cose che tu non faresti mai?
Fai un respiro profondo, fai pace coi tuoi soldi.
I data-link della settimana
a cura di
[datanotizia] Un’inchiesta di El País, SIRAJ e The New Arab ricca di mappe e grafici rivela le rotte attraverso le quali i rifiuti metallici (spesso resti di conflitti passati o in corso) arrivano dalla Siria, dalla Libia o dall’Ucraina alla Turchia, dove vengono trasformati in acciaio che viene poi commercializzato in Europa.
[dataset] Un database per esplorare i principali progetti di estrazione di combustibili fossili al mondo e i loro legami commerciali con banche e aziende.
[datatool] Un tutorial per far somigliare i tuoi grafici creati al pc a grafici disegnati a mano.
La dataviz della settimana
Dove inizia e dove finisce l’Europa? Dipende da a chi lo chiedi.
Una delle definizioni più ampie viene dalla European Broadcasting Union (l’ente che organizza l’Eurovision) e include anche Marocco, Libano e Giordania. Per la Banca Mondiale, invece, l’Europa va dall’Islanda al Tagikistan.
Sebastian Gräff, data journalist di The European Correspondent, ha raccolto queste e altre definizioni (incluse quella delle UEFA, del Consiglio d’Europa e delle Nazioni Unite) in una mappa (qui sotto trovi uno screenshot, la versione interattiva è qui).
Se ti interessa il tema, Gräff ha realizzato una mappa simile anche per l’Europa centrale (qualsiasi cosa sia).
Grazie di aver letto fino a qui, ci sentiamo mercoledì prossimo!










Ciao Donata Columbro, il tuo post è molto interessante per interessi personali e di ricerca accademica. Ho aperto la mappa delle panchine, ma no riesco a compararla con la mappa dei risultati elettorali. Mi daresti una mano? Sono molto curiosa di scoprire se ci sono correlazioni. Grazie