Possiamo cambiare idee, parole e abitudini linguistiche
Per ricordarci che le categorie con cui osserviamo il mondo non sono immutabili
In questo numero: tendiamo a credere che la nostra classificazione del mondo, il modo di far entrare dentro e fuori delle categorie le persone, le cose e le idee, sia fisso, eterno. Invece tutto cambia molto più rapidamente di quel che percepiamo e anche quando ci pensiamo apertə al cambiamento, alcune resistenze permangono (insomma, confesso qui i miei peccati).
🔴 Oggi cominciamo anche a condividere i bellissimi data-progetti partecipativi che ci avete segnalato, lo faremo una volta al mese, e il link per aggiungerne altri è attivo (lo trovate più sotto).
Abbiamo ancora una volta la cara Banca Etica a sostegno di questa newsletter, quell’istituto di credito che con i tuoi soldi finanzia esclusivamente progetti che producono impatti sociali e ambientali positivi.
E ora, via!
I data-link della settimana
Una data-notizia: Dieci anni fa, la città di New York utilizzava 8 algoritmi diversi per (provare a) migliorare la vita dei suoi e delle sue abitanti. Oggi sono addirittura 46 e gli ambiti in cui si utilizzano di più sono salute, educazione, servizi per l’infanzia e prevenzione degli incendi. L’ho letto qui.
Un dataset finalmente libero: Quali enti ricevono più risorse in Italia grazie al meccanismo del 5x1000? Lo sappiamo grazie al lavoro di Liberiamoli tutti, un'iniziativa della campagna
per individuare, ottenere, riformattare, pulire, documentare, pubblicare e diffondere dati di interesse pubblico, che per primə hanno diffuso i dati in formato CSV, a partire dai dataset in PDF (e quindi molto difficile da utilizzare per costruire mappe e dataviz) dell’Agenzia delle Entrate. Oggi finalmente gli stessi dati sono disponibili anche in CSV sul sito dell’Agenzia delle Entrate (!).(mio) Perché siamo così affezionatə al concetto di oggettività? Perché ci interessa così tanto l'oggettività e perché la riteniamo un valore? Essere oggettivi è meglio che non esserlo? Sì, è un’altra ossessione e ne ho scritto quest’estate per L’Indiscreto.
In un libro sulla straordinaria vita di Giovanna d'Arco, l'autore David Elliot scrive: «Che cos'è una donna? La sorella dei suoi fratelli, la figlia di suo padre, la moglie di suo marito, la madre dei suoi figli». La donna esiste solo in relazione agli uomini?
Emilia Roig, We Matter. La fine delle oppressioni (Il Margine 2020)
Possiamo cambiare idea sulle categorie del mondo
In questi giorni sto compiendo grandi sforzi per cambiare le mie abitudini linguistiche nelle conversazioni in famiglia e tra amiche per raccontarci l’inizio del nuovo anno scolastico: come è andata allora con F. (il 6 enne?), le maestre sono brave? mi chiedono.
Be’, abbiamo UN maestro e ci sta piacendo molto, rispondo.
In 5 anni e mezzo di frequentazione scolastica, privata e pubblica, è la prima volta che devo trasferire gli sforzi che faccio nel mio lavoro, dove difficilmente uso maschili o femminili universali, anche nelle veloci chat tra genitori o fuori dal cancello della scuola.
Quando ho avuto bisogno di inviare una documentazione su F. all’email dell’istituto, nell’oggetto dell’email ho scritto per esempio
“All’attenzione del corpo docenti della sezione XYZ”.
Anche perché fino a qualche giorno fa avevamo sì questo maestrO, ma presto sarebbe arrivata un’ionealtra persona ad affiancarlo come collega. Un altro maestro o una maestra?
Mentre osservo la mia fatica di questi giorni, mi rendo conto che non riesco liberarmi di altre locuzioni familiari - perché note e abituali - come:
scuola ELEMENTARE al posto di scuola PRIMARIA
e scuola MATERNA al posto di scuola DELL’INFANZIA.
“E cosa cambia?”, direbbero i conservatori della lingua, cioè chi non manca di insultare persone come Vera Gheno per aver osato proporre il simobolo dello schwa (che usiamo anche in questa newsletter) come soluzione alla mancanza di declinazione neutra al posto del femminile e maschile quando si vuole parlare a un pubblico misto o si vogliono includere persone che non si definiscono nei due generi binari.
Cambia l’approccio educativo e il ritenere la scuola non più come un proseguimento dell’accudimento familiare, ma un luogo dove crescere con persone formate a questo specifico compito:
La scuola che si occupa dell’età 3-6 anni non ha niente di materno. Le mamme (o i papà) sono a casa, e questa va chiamata scuola d’infanzia.
Sono le prime parole, molto apprezzate, della nuova responsabile della scuola D’INFANZIA dove mandiamo O., il 3enne.
Ma eccomi beccata nella mia rigidità, o consuetudine linguistica, che fatico a modificare.
Esattamente come ha documentato questa amica in una nostra conversazione - che però, molto generosamente, ha deciso di tenere privata :)
Per approfondire la questione dei termini femminili o maschili che riguardano le professioni vi consiglio Femminili singolari +, di Vera Gheno (effequ 2019).
Ma arrivo in chiusura, parlando di categorie, e quindi il vero oggetto della newsletter, per ricordarci che le parole hanno un ruolo cruciale nella formazione della nostra esperienza, sono un costruttore attivo della realtà sociale e individuale.
Le parole non solo descrivono il mondo, ma lo modellano attivamente.
Considerare una categoria come valida e nominarla, equivale anche a contarla nell’esercizio dei diritti, per esempio il diritto di voto.
Scrivo in “Quando i dati discriminano”:
Osservare l’evoluzione del suffragio universale può darci indicazioni su chi siano le persone che «contano» all’interno di uno Stato.
Facciamo un piccolo esercizio di giornalismo dei dati per verificare questa ipotesi. Per condurre un’analisi delle ultime elezioni politiche in Italia si può andare sul sito del Ministero dell’Interno, nella sezione dei dati aperti, e scaricare una cartella in cui è presente un file dove ci sono i dati relativi all’affluenza e ai voti divisi per comune. Aprendolo con un programma per fogli di calcolo potremmo osservare la presenza di diverse colonne, corrispondenti al comportamento degli elettori per ogni comune italiano, le preferenze ottenute dai candidati e dalle candidate, persino la loro data di nascita e il sesso. Ma se volessimo aumentare il livello di analisi e cercare i dati disaggregati per sesso della popolazione elettorale — come abbiamo visto, sono dati importanti per approfondire la conoscenza di un fenomeno o il comporta- mento di un sottogruppo — troveremmo una colonna che contiene il totale degli elettori e una con il totale dei votanti e poi le colonne che riguardano... gli elettori e i votanti «maschi».
Per capire quante donne aventi diritto si sono effettivamente recate alle urne dovremmo ricavare i dati con un calcolo aggiuntivo, come se si trattasse di una dimensione di analisi non prevista, che solo le persone davvero interessate avranno la premura di elaborare.
Le donne che votano come dimensione (e categoria) non prevista.
Il suffragio universale all’epoca viene pure fatto pesare come una gentilissima concessione, tanto che Ferruccio Parri, presidente del Consiglio e tra i padri della futura Repubblica, commentò così: «Per sbagliare bastiamo noi. E sarebbe eccessivo che vi aggiungeste anche voialtre donne».
Una citazione riportata da Emanuela Griglié e Guido Romeo in “Maschiocrazia” (che segue il loro “Per soli uomini”, entrambi pubblicati da Codice Edizioni), che consiglio perché nonostante il titolo - eloquente - ci sono segni di speranza a cui appigliarci.
Tornando al MAESTRO. Le donne oggi rappresentano in Italia il 79,4% del totale complessivo di tutti gli insegnanti in tutti i gradi scolastici, e la percentuale scende a seconda del livello dell’istituto, perché nei nidi troviamo il 99% di operatrici e nella secondaria di II grado il 60% di professoresse1.
I dati OSCE poi aiutano a capire che si tratta di un divario culturale:
Ma una categoria non prevista, almeno nel mio lessico familiare, oggi ha una rappresentanza tangibile, concreta e di notevole impatto nella vita scolastica e quotidiana di un piccolo studente. Segno che possiamo allenarci al cambiamento2.
Questa newsletter è sostenuta da: Banca Etica
Hai mai pensato che anche i tuoi soldi possono finanziare la guerra?
Le banche e i fondi di investimento a livello globale finanziano i produttori di armi con almeno mille miliardi di dollari. Lo ricorda la ricerca “Finance for War. Finance for Peace” realizzata da GABV (Alleanza globale delle banche valoriali fondata - tra gli altri - anche da Banca Etica).
Verifica se anche la tua Banca finanzia l’industria delle armi con i tuoi risparmi.
Il data progetto del mese
Nato nel 2019, OCIO (Osservatorio CIviCO sulla casa e la residenza a Venezia) è un un collettivo di abitanti e ricercatorə che si occupa di difendere il diritto all’abitare a Venezia.
Attraverso questo questionario, OCIO monitora non solo la presenza e la posizione delle locazioni turistiche (Airbnb e simili) nel comune di Venezia, ma anche le problematiche che generano sulla vita dellə abitanti e sugli spazi in cui risiedono, “dalle spese condominiali lievitate a seguito dell'apertura delle locazioni turistiche, al disagio provocato dal via vai per le scale a ogni ora, alle strutture aperte in magazzini o piani interrati”.
Conosci altri progetti di raccolte dati dal basso? Puoi segnalarli compilando questo form (oppure puoi aiutarmi a condividerlo, se vuoi!).
La dataviz della settimana
Ne ho parlato spesso su Instagram in questi giorni: il rientro a scuola è un momento delicato, per genitori e bambinə. Delicato, sì, ma mai quanto insegnare allə bambinə ad addormentarsi da solə la sera, un “allenamento” su cui esistono pareri molti diversi. The Pudding ha fatto un lavorone su questo tema, spiegando l’eterno dibattito tra genitori (ed espertə) grazie ai dati.
Il tour continua!
Online, 19 settembre: tengo un webinar gratuito per la Fondazione Compagnia di San Paolo dal titolo “Come i dati possono essere letti e interpretati per contribuire ad una società più equa“ . Ci si iscrive qui.
Trento, 25 settembre: alle 18:30 presento il mio ultimo libro “Quando i dati discriminano” alla libreria Erickson in dialogo con la giornalista Margherita Montanari.
L’Aquila, 3 ottobre: vediamoci al DiParola festival, il primo evento in Italia dedicato alla comunicazione chiara e alla semplificazione del linguaggio. Terrò un talk sul tema della precisione.
Roma 4 ottobre: alle 18:30 intervengo al FAR - Festival dell'Architettura di Roma presso l'installazione EDICOLA, in viale Leonardo Da Vinci, per parlare di città legata all'uso dei dati. Torniamo sui temi a NOI cari.
Padova, 12 ottobre: sono al Cicap Festival, il tema della manifestazione è “Misurare il mondo”.
Pisa, 13 ottobre: ci vediamo a Internet festival con Giulia Blasi (evviva!).
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Fonte: “La dimensione di genere nella professionalità docente”, Guerrini 2015
Oggi anche
affronta questo tema nella sua newsletter (“Le parole del cambiamento: i neologismi”) e prima di lei l’aveva fatto con Cercare le parole che non esistono. Che bella sintonia <3
Vorrei precisare che entrando in una sede di banca etica e interloquendo con le persone che ci lavorano non si ha affatto l'impressione che l'etica sia diversa rispetto alle altre banche. Per non parlare deigli approcci assai poco civilizzati del personale.
Agghiacciante l'affermazione di Ferruccio Parri, ti stavo ascoltando e ho cacciato un urletto quando hai letto quella parte! Per quanto riguarda la schwa, sicuramente ha degli svantaggi perché per esempio non viene letta dagli strumenti usati dalle persone non vedenti per leggere e crea problemi di interpretazione anche a chi soffre di dislessia, ma è un piccolo passo verso l'inclusione, e da qualche parte bisogna pur partire. Io la uso da qualche mese e mi piace molto, sinceramente. La mia newsletter per il momento non ha la versione audio, vedrò come me la cavo quando dovrò leggerla ahah!