In un documentario di Vittorio de Seta del 1993 intitolato “In Calabria”, si descrive un aneddoto che mi ha colpito. Un uomo faceva il mestiere del “carbonaio” e sceglieva con cura gli alberi del bosco da poter tagliare per produrne carbone, affinché quella risorsa che gli dava lavoro non andasse persa con una sovra-produzione, ma avesse il tempo di rinnovarsi di anno in anno, garantendo a sé stesso la prosecuzione di quel mestiere negli anni a venire e una rigenerazione controllata e naturale del bosco. Cos'era quello se non un legame “spirituale” con il luogo, un obbligo quasi “religioso” nei confronti del paesaggio? E' che abbiamo smesso di fare questo, di prenderci cura del nostro territorio. E non a caso la parola cura è una parola femminile. Le leggi, lo Stato, i regolamenti e le buone condotte sono elementi scaturiti dalla volontà dell'uomo, mentre alla donna è stata delegata la cura di tutto ciò che non è sociale, non è collettivo. Quindi alla domanda "la politica può fare qualcosa?" la risposta è "sì", riscoprendo il valore della cura per il nostro paesaggio. In un articolo che ho scritto l'ho definita "femminilità curante".
In un documentario di Vittorio de Seta del 1993 intitolato “In Calabria”, si descrive un aneddoto che mi ha colpito. Un uomo faceva il mestiere del “carbonaio” e sceglieva con cura gli alberi del bosco da poter tagliare per produrne carbone, affinché quella risorsa che gli dava lavoro non andasse persa con una sovra-produzione, ma avesse il tempo di rinnovarsi di anno in anno, garantendo a sé stesso la prosecuzione di quel mestiere negli anni a venire e una rigenerazione controllata e naturale del bosco. Cos'era quello se non un legame “spirituale” con il luogo, un obbligo quasi “religioso” nei confronti del paesaggio? E' che abbiamo smesso di fare questo, di prenderci cura del nostro territorio. E non a caso la parola cura è una parola femminile. Le leggi, lo Stato, i regolamenti e le buone condotte sono elementi scaturiti dalla volontà dell'uomo, mentre alla donna è stata delegata la cura di tutto ciò che non è sociale, non è collettivo. Quindi alla domanda "la politica può fare qualcosa?" la risposta è "sì", riscoprendo il valore della cura per il nostro paesaggio. In un articolo che ho scritto l'ho definita "femminilità curante".