Ancora un’edizione semi-straordinaria, questa.
Sì, perché con lo sciopero della scorsa settimana, la condivisione di questa newsletter e il sostegno di chi la legge, abbiamo fatto pubblicare i dati al ministero dell’interno sugli omicidi volontari.
Cosa è successo? Una sintesi per le persone appena arrivate.
Mercoledì 2 aprile, dopo il ritrovamento del corpo della 22enne Ilaria Sula, ho smesso di editare la newsletter che avrei dovuto mandare. Per me questi sono giorni di lavoro e studio sui dati che riguardano i femminicidi, passo la maggior parte del mio tempo a cercare cosa c’è e cosa manca, come lavorano gli altri paesi, dove potremmo fare meglio. Ci sto scrivendo un libro. Due vittime, in 24 ore, e quella pagina non aggiornata del ministero dell’interno mi hanno fatto salire una rabbia e una tristezza che ho trasformato in un manifesto di cose che non funzionano nel modo in cui contiamo e definiamo i femminicidi in Italia.
Ragionavo - grazie all’email critica di un lettore - che la mia scelta di non inviare una newsletter già pronta e sostituirla con un testo scritto in pochi minuti, di fare uno sciopero, solo dopo aver ricevuto l’alert del ritrovamento del corpo di Sula, è stato sì, “cavalcare l’onda dell’emotività”. Ma proprio grazie a quel gesto emotivo ora abbiamo di nuovo i dati sugli omicidi volontari. Imperfetti, ma li abbiamo, e sappiamo che saranno aggiornati ogni trimestre.
L’interruzione della pubblicazione era passata inosservata fino a mercoledì scorso, anche se ne avevo già scritto a febbraio, perché con la mia associazione onData avevamo provato a dialogare con il servizio analisi criminale per cambiare e migliorare quella pubblicazione di dati.
Così hanno ripreso la notizia Wired, Il Post, Domani, Repubblica, Internazionale, Will Media, Pagella Politica, e molti altri. Le mie colleghe hanno fatto bene il loro mestiere e dopo aver chiamato me hanno telefonato anche al Viminale che, il giovedì successivo, 3 aprile, ha pubblicato il report trimestrale.
Niente di nuovo. Un pdf (e un file csv correlato) di cinque pagine con gli omicidi volontari disaggregati per genere di vittima e autore, con la relazione tra i due. Il formato è lo stesso di quello settimanale, non ci sono informazioni in più, non sono state accolte le nostre proposte di avere dati sull’età delle vittime e dell’autore, la presenza di denunce pregresse, indicazioni sull’eventuale numero di orfani di femminicidio, e molto altro.
Se la pubblicazione diventa trimestrale per consolidare i dati, bene. Ma perché non completare l’opera e rendere quelle informazioni ancora più utili per studiare e quindi prevenire questo tipo di violenza?
Mi preme ricordare che contare, misurare, serve a questo. Notare pattern, somiglianze, in quello che ci interessa osservare, capire cosa è rilevante e cosa no, a livello statistico ma anche sociale, mettendo in relazione i numeri ottenuti con altri, e capire cosa stiamo guardando davvero.
Dove ci vediamo in giro:
Domani 10 aprile, a Venezia: con la comunità di Rame, parliamo di soldi e dati.
12 aprile, a Rovereto: al festival Educa Immagine con Giada Arena, Daniela Collu e Davide Piacenza, discutiamo di “TUTTI CONTRO TUTTI: perché l’algoritmo ci vuole arrabbiati”. Evviva.
17 aprile, online: dialogo con Simone Ferrari, presidente del MENSA Italia.
3-4 maggio, a Foligno: intervengo al convegno del Gruppo di Terapia Manuale dove il tema è “Umanizzare i dati evolve la fisioterapia muscoloscheletrica”. Iscrizioni aperte.
11 maggio, Roma: alla prima edizione del festival Semi di Reti presso Villetta Social LAB, nel quartiere Garbatella, un incontro su lavoro, gender gap e discriminazioni. Alle 17.
🗞️ [angolo SkyTg24] È uscito il nuovo rapporto di Vox, l'Osservatorio sui diritti in Italia, e le donne rimangono la categoria più odiata online. E c’è una correlazione tra i picchi di odio misogino e gli atti di femminicidio: più si parla di violenza di genere, più questa violenza viene esercitata contro chi ne vuole discutere online. Per Sky TG24 leggo questi dati insieme alle testimonianza raccolte da Amnesty International sull'esperienza della Gen Z e l'hate speech: molto interessante il fatto che anche qui, su tutte le piattaforme, il 73% ha visto contenuti misogini, e il 55% delle giovani donne ne subisce le conseguenze psicologiche. Ma per i maschi intervistati "chi si scandalizza degli insulti dovrebbe farsi una corazza", oppure, dice un altro giovane, “non c’è da farne un dramma, è solo per ridere".
🗞️🗞️ Meno turisti in USA con Trump? Le nuove restrizioni alla frontiera e il clima politico stanno scoraggiando sempre più viaggiatori internazionali. Il calo del turismo colpisce soprattutto le comunità più vulnerabili, dai piccoli business alle terre indigene Ne ho parlato con Marta Soligo, sociologa italiana e docente universitaria all’università del Nevada a Las Vegas (seguitela su IG), dove dirige anche progetti di ricerca sul turismo, che mi ha confermato che a spingere sempre più viaggiatori a rinunciare agli Stati Uniti c’è questo clima di incertezza rispetto alla mancanza di indicazioni specifiche su cosa esattamente porterebbe al fermo in frontiera:
È pesante, perché non sai cosa può succedere - spiega -. Non si capisce perché alcune persone vengano arrestate, fermate, detenute. È capitato anche a cittadini con green card e non c’è un pattern chiaro. È questo che spaventa, perché non sai se può accadere anche a te.
Incertezza, ma anche esplicito boycott, soprattutto dal Canada. Vedremo se i dati (prenotazioni diminuite di oltre il 70% in ogni mese fino alla fine di settembre) saranno confermati.
Siamo anche felici di segnalare un lavoro pubblicato su Economia Circolare a firma di Marco Mantovani, che ha seguito un Corso online di giornalismo d’inchiesta ambientale dove ho tenuto una lezione di data journalism:
Milano è la terza città italiana per suolo consumato, con quasi il 60% del territorio comunale edificato. Per dimostrare come più di un terzo di questa superficie sia stata “divorata” da progetti di rigenerazione urbana, Mantovani ha analizzato i dati del periodo 2025-2023 e utilizzato immagini satellitari e programmi GIS open source.
Sei tra le 11354 (UNDICIMILA!) persone che leggono la newsletter. Nell’ultima puntata - prima dello sciopero - abbiamo parlato di dati che mancano sulla violenza ostetrica.
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I data-link della settimana
a cura di
[datanotizia] Per ridurre la violenza economica, dal 2020 in Italia esiste il “reddito di libertà”, una misura che a cinque anni dalla sua introduzione ha ancora molti problemi, come racconta Micol Maccario in questo pezzo per Pagella Politica.
[dataset] Oggi doppietta (per la quale ringrazio Marco Mantovani): la lista di tutti i progetti di rigenerazione urbana di Milano realizzata a partire dai dati del Comune e l’elenco di tutti i PDF che sono presenti nelle pagine specifiche dei progetti.
[datatool] Pensato per designer e datajournalist, Kartograph ti aiuta a creare mappe sia in SVG che interattive, senza utilizzare Google Maps o altri servizi di mappatura.
La dataviz della settimana
Da una discussione sul canale Slack di Data Visualization Society, nel 2022 è nata Journal DataViz Challenge, una sfida mensile che unisce journaling e data visualization.
Ogni mese, lɜ partecipanti raccolgono dati su un tema comune e li trasformano in visualizzazioni creative (se hai un abbonamento a pagamento a questa newsletter: molto presto ne sentirai parlare di nuovo!).
Il tema di marzo era la storia delle donne che hanno vinto un premio Nobel. Per visualizzarla, il data designer Emanuele Pizzuti ha scelto di trasformare la cronologia dei premi nel letto di un fiume, dove ogni rigagnolo è un ambito (fisica, chimica, etc.) e ogni simbolo colorato rappresenta la vittoria di una donna.
“Proprio come un fiume dà forma e ridefinisce il suo cammino, anche questa è la storia di una trasformazione”, ha scritto Pizzuti nella caption del post in cui ha condiviso la dataviz “The story of a river in flood”.
E conclude così: “Un cambiamento che diventa sempre più visibile, potente e innegabile. Sii un fiume”.
Grazie di averci lette fino a qui! Ci sentiamo mercoledì prossimo!
Occorre avviare percorsi di educazione all’affettività
Bravissime!