"Salveremo le donne, che lo vogliano o no"
Donald Trump ci ha insegnato che non serve usare l'IA o i deep fake per fare propaganda: basta cambiare il significato alle parole.
In questo numero: mentre scrivo non conosco il risultato delle elezioni, ma so che Donald Trump e l’estrema destra hanno cambiato il modo in cui dobbiamo contrastare la disinformazione e le scelte politiche che ne derivano. Dalla diffusione di dati e mappe “che mentono”, sono arrivati a cambiare il nome alle cose (come l’aborto o persino “la scienza”) per portare avanti una post verità distruttiva.
Ah, stasera ci vediamo a Reggio Emilia per il Reggio Film Festival (vedi sotto le info), mi sa che queste elezioni non potremo ignorarle.
Lo sponsor questa settimana è Salesforce, che ci invita a un evento per capirne meglio di AI Agent che svolgono compiti in maniera indipendente nelle aziende.
E ora, cominciamo.
I data-link della settimana
Datanotizia: Che ruolo hanno avuto Instagram, Facebook e Threads nella campagna elettorale statunitense? Lo spiega Jeoffrey A. Fowler, giornalista esperto in tech del Washington Post in questo pezzo: in media, la visibilità dei post sulla politica o sulle elezioni è scesa dal 40 al 60%.
Mi si è rotta la lavatrice, definitivamente. Ma c’è un dataset, una banca dati europea, per confrontare i vari elettrodomestici in base alla classe di consumo energetico. Grazie persona di Instagram che me l’ha mandato <3 (sorry non ricordo chi!).
(l’IA previene i suicidi?) Moltissime scuole negli Stati Uniti stanno investendo migliaia di dollari in app di intelligenza artificiale con l’obiettivo di rilevare segnali che possano comunicare un rischio di suicidio, autolesionismo o violenza. Secondo dati pubblicati dall’azienda GoGuardian - non senza conflitto di interessi visto che produce questi software - la prevenzione “algoritmica” avrebbe permesso di salvare, dal 2020, più di 18mila adolescenti dal compiere atti lesivi contro sé stessi. Ma dove finiscono questi dati? Chi forma i moderatori che devono verificare le segnalazioni dell'algoritmo? Mio per Skytg24.
“Voglio proteggere le donne del nostro Paese. Voglio proteggere le donne'”, ha detto Trump. “Signore, per favore non dica così”. Perché? Hanno detto: 'Pensiamo che sia molto inappropriato per lei dirlo'. Io ho risposto: 'Perché? Sono il presidente. Voglio proteggere le donne del nostro Paese”. La folla ha applaudito.
Mi hanno detto: “Signore, penso che sia inappropriato che lei lo dica”. “Ho detto: 'Beh, lo farò. Che alle donne piaccia o no, le proteggerò'”.
‘Like it or not’: In one quote, Trump distills the 2024 gender gap - Washington Post
Che ci piaccia o no
In queste ore sono in corso le elezioni per eleggere il prossimo o la prossima presidente degli Stati Uniti. Non conosco il risultato, ovviamente, è solo martedì pomeriggio. Allora passo del tempo a cercare newsletter pro-Trump e pro partito Repubblicano su Substack, poi leggo i commenti, voglio vedere con quale linguaggio e quali parole si tifa per un candidato che fonda la sua campagna elettorale sull’odio e sulle bugie.
Durante il suo mandato il Washington Post ne ha raccolte più di 30mila:
Il tracker non è più aggiornato, ma la sezione fact checking ne contiene molte altre.
C’è chi ha persino creato un muro decorato con tutte le bugie dette in quattro anni:
Grazie a Donald Trump poi le slide di chi lavora con la visualizzazione dei dati si sono riempite di cattivi esempi di disinformazione fatta con i numeri: dalla mappa coropletica con tutti gli stati colorati di rosso, anche quelli sottopopolati, alla memorabile intervista con il giornalista di Axios, fondamentale per spiegare numeratore e denominatore ai miei studenti.
Quindi, whether we like it or not, ci piaccia o no, non è con l’intelligenza artificiale e i deep fake che i conservatori hanno convinto milioni di statunitensi che gli Stati Uniti sarebbero dovuti tornare “great again” (e qui, chiederei, in che senso? a che grandezza si riferiscono? di quale periodo storico? grande per chi), ma, spesso, semplicemente con il reframing di alcuni discorsi pubblici o, peggio, con tentativi di ridefinire il significato di alcune parole chiave nella loro campagna.
Una su tutti, l’aborto.
Avevamo già parlato del fatto che i gruppi anti-scelta e i legislatori degli stati contro l’IVG stanno cercando di ri-definire l’aborto come una “intenzione” invece di un intervento medico.
Sono andati avanti. In questo caso, cambiando la classificazione di alcuni farmaci.
Nello stato della Louisiana il 1 ottobre è entrato in vigore l’Act 246, che definisce i farmaci misoprostolo e mifepristone
come sostanze pericolose controllate.
Il misoprostolo è un farmaco salvavita usato, ad esempio, per trattare le emorragie post-partum, il mifepristone è usato per l’aborto farmacologico.
Con l’Act 246, il misoprostolo deve essere conservato in una posizione sicura (come un'area protetta o un armadio chiuso a chiave), rallentando il tempo necessario per accedervi durante le emergenze. In situazioni critiche, anche pochi minuti di ritardo possono fare la differenza tra la vita e la morte. Come nel caso di Nevaeh Crain,
18enne incinta, morta di sepsi in Texas dopo essere stata tre volte al pronto soccorso in 20 ore per i dolori.
In più, con l’applicazione di questa legge, i medici devono ottenere speciali licenze per prescrivere questi farmaci, compilare documentazioni aggiuntive e sottostare a protocolli di sicurezza molto complessi.
Al momento c’è una richiesta da parte di associazioni pro-choice per rendere incostituzionale l’atto, per violazione dei diritti di uguaglianza e dignità individuale.
Però, come denuncia
nella sua fondamentale newsletter , la strategia dei governatori repubblicani della Florida e del Nebraska per contrastare la narrazione pro-choice è esattamente quella di sostenere che la "disinformazione" a favore della scelta mette a rischio la salute delle donne. ll governatore Ron DeSantis ha minacciato azioni legali contro le emittenti televisive che mandano in onda spot pubblicitari pro-choice, definendoli pericolosi.Lo stesso pretesto era già stato usato dai repubblicani per obbligare i medici a diffondere informazioni non veritiere sui presunti pericoli dell’aborto (o a raccogliere dati falsati aggiungendo ai rischi delle IVG delle malattie precedenti alla gravidanza).
E ancora: nel caso della morte di Josseli Barnica, un’altra donna incinta lasciata morire in Texas nonostante una grave infezione in corso, i gruppi anti-aborto hanno sostenuto che i medici hanno osservato la legge in vigore, che prevede "cure salvavita" o "interventi".
Cosa manca da questo commento, nota Valenti? La parola aborto. Quindi, non solo si cambia il significato alle parole chiave. Se necessario, vengono anche censurate.
Forse non è un caso che 1 donna su 8 in questi giorni abbia dichiarato di votare in modo segretamente diverso dal proprio marito.
Questa newsletter è sostenuta da: Salesforce
Vivi o lavori a Milano? Giovedì 21 novembre puoi partecipare alla tappa italiana dell’Agentforce World Tour.
All’interno del Superstudio Maxi avrai l’occasione di scoprire e mettere alla prova gli “AI agent” creati da Salesforce per velocizzare il lavoro, trasformare i processi aziendali e migliorare l’esperienza dei tuoi clienti.
Registrati qui per partecipare.
La dataviz della settimana
a cura di Roberta Cavaglià
L’alluvione che c’è stata la settimana scorsa in Spagna, nella regione di Valencia, e la sua inefficiente gestione politica stanno alimentando una serie di notizie false sul cambiamento climatico, che vanno dal ruolo del Marocco (che avrebbe provocato la perturbazione per distruggere i raccolti spagnoli) a quello delle dighe e dei bacini (che sarebbero stati distrutti dai partiti di sinistra).
Sui social e su Internet, lə giornalistə spagnolə stanno facendo un grande lavoro di fact-checking per rettificare queste notizie.
Non solo loro: come ironizza questo post di madonnafreeda, almeno una volta alla settimana capita di litigare con unə negazionista climatico.
Ecco perché la dataviz di oggi è un grafico realizzato dal Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC) che dimostra quali sono le responsabilità umane nel cambiamento climatico: in rosso, l’emissione di gas a effetto serra; in grigio, l’insieme di cause naturali e umane; in azzurro, gli aerosol (e qui una spiegazione di cosa sono).
Il tour continua!
Reggio Emilia, 6 novembre: alle 21 sono al Reggio Emilia Film Festival a presentare Quando i dati discriminano. A seguire, cortometraggi.
Modena, 8 novembre: parlo al Learning More Festival, organizzato Future education.
Vicenza, 9 novembre: sarò al Festival Biblico Tech con Carola Frediani, moderate da Massimo Cerofolini in un quiz sui dati.
Rimini, 15 novembre: sono al Convegno Didattiche organizzato da Erickson, se insegni a scuola è molto probabile che ci vediamo lì. Parlo dalle 16.45 alle 18.15 con Marilena Umuhoza Delli, autrice del libro Lettera di una madre afrodiscendente alla scuola italiana. Il titolo del nostro panel è “Oltre le discriminazioni: decolonizzare i dati e l’insegnamento”.
Roma, 22 novembre: alle 17.30, Sala Grigia, Teatro Costanzi, la presentazione dell’ultimo numero di Calibano, la rivista di attualità culturale dell’Opera di Roma ed @_effequ_ , che parte da “Simon Boccanegra” per esplorare da molteplici prospettive il tema del potere.
Firenze, 23 novembre: intervengo all’Eredità delle Donne, in Manifattura Tabacchi (via delle Cascine, 35). Gli eventi sono gratuiti ma bisogna prenotarsi su Eventbrite.
Roma, 25 novembre: alla libreria Feltrinelli di largo Torre Argentina modero la presentazione del libro “Non solo parole. Guida a una cultura condivisa” pubblicato da ValoreD.
Questa newsletter è stata mandata a 8997 persone, cresce grazie al passaparola e può pagare i contributi esterni grazie agli abbonamenti. Vuoi anche tu l’accesso a tutto l’archivio e sentirti parte della comunità? Pensa a un upgrade della tua iscrizione, ma prima, provala gratis:
Io ti ringrazio per avermi letta, se vuoi portarmi nella tua azienda, libreria, biblioteca, scuola o circolo scrivimi a contact-columbro@elastica.eu. Per sponsorizzare la newsletter scrivi a newsletter@tispiegoildato.it, rispondo io oppure Roberta.
Non vorrei fare facili analisi ma ho avuto l'impressione che Trump abbia giocato un classico della destra: seminare paura e presentarsi come il salvatore. Dall'altra parte la popolazione giocava la parte del bambino/a in cerca del papà: non voglio sapere, non voglio capire, pensaci tu. Depressivo.