"Quando mi arrabbio faccio un grafico"
Una storia che ho scritto per Rai Radio 3 (e va in onda oggi)
In questo numero: oggi alle 14 su Rai Radio3 e su RaiPlay Sound online potete sentire la mia voce che racconta la storia di Florence Nightingale, statistica, infermiera e scrittrice (ha pubblicato più 200 opere tra libri, opuscoli e articoli e 14mila lettere) nella trasmissione Wikiradio.
Qui trovate i motivi per cui dovreste farvi appassionare da una delle figure che hanno condizionato il nostro modo di considerare, raccogliere e rappresentare i dati, molto di più quanto è raccontato nei corsi di statistica. Anche se, come racconta Tim Harford:
all’epoca in cui visse, l’unica donna più famosa di lei era la regina Vittoria.
I data-link della settimana
[datanotizia] Per la legge italiana i data center non esistono, eppure ne sono già stati costruiti circa un centinaio. Lo racconta Isaia Invernizzi in questo articolo per Il Post.
[dataset] Come ogni anno, in occasione della Giornata internazionale contro l’AIDS (1 dicembre), l’Istituto Superiore di Sanità ha diffuso i dati sulle nuove diagnosi di HIV e casi di AIDS in Italia. Per contestualizzarli, ti consiglio quest’analisi della Lega Italiana per la Lotta contro l’Aids.
L’ultima ricerca di ORA, l’Osservatorio Regionale Antidiscriminazioni che si occupa di mettere a fuoco come i media locali piemontesi rappresentano le discriminazioni, verrà presentata oggi a Torino. Al suo interno trovi anche una mia intervista.
[mio] Cosa possiamo imparare dai big data sulle app che monitorano il ciclo mestruale? Per la prima volta uno studio analizza l’uso di queste app a partire dai dati di download, e mette tutto in open access su Github.
Credo che si possa fare più bene morale e fisico migliorando le abitazioni dell'umanità che in quasi ogni altro modo. E se tutto il denaro speso per gli ospedali fosse impiegato per migliorare le abitazioni di coloro che vi si recano, e (per le prigioni) di coloro che vi vengono rinchiusi, non avremmo bisogno né di prigioni né di ospedali.
Florence Nightingale - lettera a Sir Harry Verney, 1861
“Quando mi arrabbio faccio un grafico”
Florence Nightingale è un'influencer. Così l'ho presentata a Loredana Rotundo, che cura il programma di Radio3 Wikiradio, proponendo di raccontare la sua storia nello spazio di 30 minuti che va in onda ogni pomeriggio.
"Una donna che conta", canterebbe M¥SS KETA, e di cui nel tempo abbiamo raccontano sempre e solo pochi dettagli: quello che ha fatto in Crimea per rivoluzionare la gestione degli ospedali militari verificando che la maggioranza dei soldati morivano per infezioni assolutamente evitabili e il suo diagramma a rosa, o a pipistrello, un antenato del grafico a torta, disegnato per mostrare alla regina Vittoria che il tasso di mortalità annuale dei soldati era arrivato al 60%. Oggi esiste anche un repository di Github con i dati su cui si è basata per dimostrarlo, ma Nightingale è stata molto più di questo.
Uno spirito "indomito", così spesso viene descritta nelle sue biografie.
Possedeva un "inusuale potere di influenzare le menti di certi uomini grazie al suo brillante intelletto", ci racconta Anna Revell1. E grazie al suo essere martellante come una goccia cinese, mi immagino. I suoi carteggi con politici, medici, statistici e figure influenti dell'epoca arrivano a 14mila lettere, in cui con insistenza e passione definiva nel dettaglio tutti i problemi della gestione della sanità militare e pubblica dell'epoca. A lei interessava riformare tutta la sanità, non solo risolvere il problema della mortalità in guerra, ma da quando ho cominciato a studiare la sua biografia mi ha colpito che l’eredità di una donna come Nightingale ci sia arrivata soprattutto per il suo lavoro da infermiera, che in 90 anni di vita ha svolto praticamente solo per tre anni, in Crimea. Anche se, certo, è da lì che parte per avviare una vera e propria rivoluzione nella gestione ospedaliera militare e poi anche della sanità britannica, non è solo nelle azioni quotidiane con i pazienti che la sua storia merita di essere raccontata.
La sua battaglia per capire i dati partiva dai registri ospedalieri. Perché un numero non è mai soltanto un numero, e la situazione che le si presentava davanti agli occhi curando i feriti non corrispondevano a quello che ritrovava nei dati: in pratica, contando i soldati in ospedale solo un giorno alla settimana, molti non venivano inclusi nei rapporti, e i soldati ricoverati e poi deceduti tra un conteggio e l'altro non risultavano registrati.
Prende continuamente appunti, che riunirà in un volume destinato alla regina Vittoria:
Ho confrontato attentamente le statistiche di sei diverse fonti ufficiali, e nessuna di esse coincide. Questo mina la fiducia nell'affidabilità delle informazioni.
Contare i morti in guerra è sempre stato un problema, in effetti: in una lettera del 1856 a John Henry Lefroy, scienziato e riformatore militare, descrive il caos nei dati del Land Transport Corps, un'unità dell'esercito che trasportava forniture. Racconta di come non esistesse un metodo chiaro per tenere le statistiche: a volte venivano incluse anche le persone locali, altre volte no, rendendo i dati molto poco affidabili.
Un’altra parola che ricorre nelle biografie di Nightingale è “PTSD”: dall’età di 38 infatti compie queste micro rivoluzioni a grande impatto, dal suo letto.
Nightingale è stata praticamente per anni una ministra della sanità senza mai aver davvero questo titolo.
Fu però la prima donna a entrare nella Royal Statistical Society e membro onorario dell'American Statistical Association.
Ma adesso basta spoiler.
Non voglio togliervi il gusto di ascoltare la puntata di oggi (si potrà recuperare subito dopo su Raiplay Radio) e, chissà, magari anche in altri formati in futuro.
La dataviz della settimana
a cura di Roberta Cavaglià
Quanta strada ha fatto il quadro che ho davanti a me?
Se visitando un museo ti sei mai fattə questa domanda, questo lavoro della freelance data visualization designer Tiziana Alocci fa per te.
Realizzato in onore dei 200 anni della National Gallery di Londra, “Maps of Paintings” mostra i luoghi in cui dodici famosi dipinti della collezione del museo hanno viaggiato nel corso degli anni e include storie e aneddoti legati a ciascun luogo.
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Florence Nightingale: A Florence Nightingale Biography, Anna Revell.
Quando spiego agli studenti IED il buon design di una infografica o data visualization, parto sempre da questo grafico di Florence Nightingale che hai messo...! Poi passo alle regole di Otto Neurath e a quel punto sono tutti stramazzati sul banco (scherzo, comunque adoro Nightingale)
Esiste anche una rara registrazione della voce di Florence Nightingale che si può ascoltare qui:
https://www.youtube.com/watch?v=ax3B4gRQNU4
"When I am no longer even a memory - just a name, I hope my voice may perpetuate the great work of my life."