Ti spiego il dato - ogni settimana

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Poche donne o tanti uomini?
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Poche donne o tanti uomini?

Quello che conta, nei dati, ma anche nello sport, è come la raccontiamo.

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Donata Columbro
and
Roberta Cavaglià
May 21, 2025
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In questo numero: donne sotto-rappresentate o uomini ovunque? Uno studio analizza il modo in cui raccontiamo i dati delle disuguaglianze e i dati che mancano. Vale anche per lo sport? Approfittiamo dello sponsor di oggi per capire se il modo in cui lavoriamo sulla rappresentazione delle disuguaglianze può crescere generazioni più attente alla disparità. Anche nel calcio.

Ne parliamo anche il 27 maggio a Milano con 20 posti dedicati per chi legge questa newsletter.

Lo sponsor della settimana infatti è Topps®, il principale marchio di carte collezionabili (se siete genitori o collezionisti vi sarete trovati tra le mani i loro prodotti, ne sono certa). In occasione del lancio della collezione di figurine ufficiali della competizione UEFA Women’s Euro 2025, Topps® ha organizzato un evento a Milano il 27 maggio sull’evoluzione del calcio femminile in Italia e in Europa, con particolare attenzione al ruolo del racconto sportivo, della rappresentazione mediatica e del coinvolgimento delle nuove generazioni attraverso le figurine collezionabili.

Ci sarò anch’io e tra le ospiti arriva anche l’ex calciatrice Regina Baresi <3

Vieni? Per prenotarti compila questo form!

🗞️ [angolo SkyTg24] Per la prima volta, la FIFA (la Federazione internazionale calcistica) finanzierà una ricerca per studiare gli infortuni al legamento crociato anteriore nel calcio femminile. A oggi non esistono studi internazionali sistematici su questo tema: le poche ricerche disponibili sono frammentarie, ma già indicano che le calciatrici hanno un rischio da 2 a 6 volte maggiore di subire lesioni al crociato anteriore rispetto ai colleghi maschi.

“Non solo non studiamo gli infortuni nello sport e nel calcio, ma manca del tutto una base di dati sulla biomeccanica, la biofisica, la fisiologia femminile”,

sostiene Luisa Rizzitelli, presidente e fondatrice di Assist, Associazione Nazionale Atlete, che da 25 anni lavora per i diritti delle donne nello sport.

“È un tema che riguarda drammaticamente l’intera società civile e la medicina di genere in generale. Se non conosci le caratteristiche dei corpi, non puoi creare condizioni di parità. E nello sport questo vuoto ha conseguenze dirette sulle performance, sulle carriere e persino sulla salute delle atlete”.

Pezzo completo online (ma paywalled).

Sei tra le 11863 persone che leggono la newsletter. Nell’ultima puntata abbiamo parlato di come si dovrebbe raccontare la guerra a Gaza usando dati e grafici.

Come si racconta bene Gaza con dati e grafici

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Donata Columbro and Roberta Cavaglià
·
May 14
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Intanto ti ricordo che se vuoi coinvolgermi in un evento puoi scrivere a contact-columbro@elastica.eu.

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Un altro problema si verifica quando le donne vengono incluse negli studi, ma i questionari a cui devono rispondere sono pensati per gli uomini.

Data Detective (Tim Harford, 2021)

Donne sottorappresentate o uomini ovunque?

Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Experimental Psychology quando la disparità viene descritta come un vantaggio degli uomini, e non solo come svantaggio delle donne, cresce la rabbia percepita verso l’ingiustizia, e quindi la volontà di agire per cambiare lo status quo come leggere approfondimenti, firmare petizioni, sostenere leggi o programmi per la parità.

Ottimo, no? Abbiamo trovato la soluzione per raccontare i dati sulla disparità di genere e le discriminazioni! Per mettere fine al dominio maschile in ogni ambito!

Più o meno.

Intanto, l’effetto del framing è più forte in ambito politico che aziendale: cioè quando viene raccontato che il potere politico è in mano agli uomini (come abbiamo fatto nel nostro report Sesso è potere) c’è un’attivazione maggiore rispetto a quando si parla delle stesse sproporzioni nel settore economico e aziendale. La rappresentanza politica è vista come un diritto di uomini e donne, ma la carriera… no. Anche dalle donne stesse.

E poi: lo studio mostra che sono principalmente le donne a reagire con più forza emotiva (in particolare con rabbia) quando il divario di genere viene presentato come sovra-rappresentazione maschile, e non come sottorappresentazione femminile.

Gli uomini, in media, non mostrano un aumento significativo di rabbia di fronte al cambio di framing.

Abbiamo raccontato che gli uomini ricoprono il 75% delle 128093 posizioni analizzate in diversi settori (fonte).

In effetti i commenti ai post che raccontano la distribuzione del potere nelle 128mila posizioni analizzate per il nostro report lo confermano: negazione, insistenza sul presentare come naturali queste differenze (“gli uomini sono più propensi al rischio, mica possiamo obbligare le donne ad andare contro le loro inclinazioni”) e un’interpretazione faziosa del dato (“ma a scuola ci sono soprattutto insegnanti donne”. Ok, e cosa c’entra con il potere?).

Come scrive Susan Sontag

nessuna classe dominante ha mai abdicato ai propri privilegi senza lottare.

E quindi, come la risolviamo?

Lo studio mi ha fatto pensare che ci sono settori dove la rappresentazione, e di conseguenza la normalizzazione della presenza femminile, potrebbe aiutarci a trovare nuovi alleati (nelle nuove generazioni) per agire e contrastare possibili disuguaglianze.

Sì, sto pensando allo sport, e al calcio. Pochi mesi fa abbiamo ospitato qui un intervento di

Marialaura Scatena
sul gap dei dati per studiare le performance delle calciatrici, ne ho scritto su Sky di recente a proposito dei nuovi studi della Fifa per colmare il divario nella medicina sportiva di genere, e vedo moltiplicarsi newsletter (grazie a Valentina Aversano di avermi fatto conoscere
Quelle che il calcio
, di Sabine Bertagna), podcast (This parità e il nuovissimo Spalti - lo sport dai bordi) e notizie sul tema, come quella che ha riguardato Alia Guagni, calciatrice del Como Women, che ha scelto di giocare la sua ultima partita con il cv stampato sulla maglietta per accendere i riflettori sulla vita “dopo lo sport” per le atlete.

Ma se il gap dei dati si “cura” puntando il dito e chiedendo agli enti coinvolti di mettere in campo più strategie per produrre statistiche e dataset con cui creare modelli, è creando un’immaginario collettivo nuovo che cambia l’impatto sul pubblico.

Il mercato delle figurine ci salverà?

Qualche mese fa vedo un cuoricino della calciatrice Elena Linari a un mio post. Chiamo il 6enne e gli chiedo: una giocatrice della Roma ha messo un cuore a una cosa scritta da mamma, è lei la conosci? Certo, [sbrodola info su ruolo, età, cambiamenti societari, riconoscimenti], ho anche la card di quando ha giocato agli Europei!

Quando si pensa alla rappresentazione, lo si fa immaginando di poter dare un’ispirazione alle bambine, un role model. Questa cosa esiste, è prevista, puoi vederla nel tuo futuro, cara bambina di oggi.

Ma anche i maschi hanno bisogno di “vedere che esiste”: di non crescere con l’idea di essere il default per cui tutto il resto è un’eccezione.

Scrivo queste parole di lunedì, il giorno dopo la grandiosa doppia vittoria di Jasmine Paolini agli Internazionali di tennis. Né la Gazzetta dello Sport né il Corriere dello Sport riportano la notizia tra le prime non dico 3, nemmeno tra le prime 10.

Un’eccezione da cercare in fondo alla pagina.

In questo, il mercato dei gadget e delle figurine sembra poter cambiare le cose.

Secondo le fondatrici di She Scores Cards intervistate dal Guardian le collezioni dedicate alle atlete vanno regolarmente sold out, come già accaduto con il primo album dedicato alla Women’s Super League che ha venduto milioni di pacchetti. Anche i collezionisti tradizionali iniziano a includere giocatrici come Sam Kerr o Millie Bright nelle loro raccolte legate ai club maschili. In più, sembra che i supporter del calcio femminile siano molto fedeli ai club e disposti a comprare maglie, figurine, sciarpe e gadget. Le carte Topps dedicate alle calciatrici vanno sempre sold-out in poche ore, segno che esiste valore percepito e voglia di collezionarle.

Ricordo i commenti alla notizia del primo album italiano delle calciatrici: gli si augurava il peggiore dei fallimenti, e invece anche questo nei primi giorni era esaurito in tutte le edicole.

“Lo sai che c’è una giocatrice del Como Women giovanissima? Ginevra D’Agostino ha 17 anni, è nata nel 2008, è GIO-VA-NIS-SI-MA!”

È sempre il 6enne che snocciola agli amichetti informazioni random su vari campioni di calcio, vivi e morti.

Deloitte stima che nel 2025 lo sport femminile supererà i €2,2 miliardi di ricavi da biglietteria, diritti TV e sponsorizzazioni commerciali, quasi il 50% in più rispetto al 2024 (quando si è superato per la prima volta il miliardo).

Un nuovo gio-va-nis-si-mo pubblico è pronto.

Questa newsletter oggi è sostenuta da Topps®

Topps® è il principale marchio di carte collezionabili e figurine di Fanatics Collectibles, la società di collezionabili fisici e digitali di nuova generazione.

Topps ha appena annunciato la nuovissima collezione di sticker ufficiali della competizione UEFA Women’s Euro 2025, destinata a diventare una pietra miliare e un punto di partenza della rapida ascesa del calcio femminile di questi ultimi anni. Finora, infatti, l'interesse per il torneo è stato forte, tanto che a maggio 2025 sono stati venduti più di 550.000 biglietti. Questa linea dedicata alla competizione femminile comprende tutte le 16 nazioni qualificate al torneo, che inizierà il 2 luglio 2025, e comprende 308 sticker da non perdere.

Vieni a scoprirle a Milano il 27 maggio? Prenotati per la serata tramite questo form.

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