Cosa dicono 1156 commenti sotto un post della polizia analizzati dall'IA.
Che la violenza avviene in casa, e che le donne non sono credute.
In questo numero: grazie all’
è stato possibile estrarre un campione di 1156 commenti sotto un post della polizia di stato pubblicato in occasione del 25 novembre 2023 . L’ho analizzato (grazie amica intelligenza artificiale) e non ho scoperto niente di “nuovo”.Di dati e violenza di genere parliamo il 23 novembre all’evento Eredità delle donne a Firenze e il 25 novembre con ValoreD a Roma, insieme a Maria Grazia Calandrone. Più sotto tutte le info.
Ah: sono anche io su bsky, ma continuo a presidiare X. Mi trovate con il mio nome.
E ora, cominciamo.
I data-link della settimana
[dataset] In che modo la cultura patriarcale in cui viviamo influenza le dinamiche amorose tra lə adolescentə? La Survey Teen 2024, realizzata da Fondazione Libellula su adolescenti tra i 14 e i 19 anni, contiene qualche risposta. (E anche qualche domanda: quanta responsabilità abbiamo, come comunità educante, nel perpetuare queste percezioni distorte delle relazioni?)
Prima Roma, poi Torino e ultima Genova con il caso del professore della facoltà di architettura indagato per aver “spogliato” le foto di alcune studentesse con l’AI e di averle diffuse su Telegram. Le testimonianze e i dati raccolti in 46 atenei europei mettono in luce il fenomeno esteso, ma ancora sommerso, delle molestie universitarie [mio per SKYTG24].
Per il mio blog su Aula di scienze di Zanichelli ho preso spunto dai commenti sul caldo estivo (“è normale!”) per parlare di cherry picking, aiutata anche dal libro di Giulio Betti Ha sempre fatto caldo (Aboca ed.). [mio, free].
“Niente telecamere, depressione, strane scelte lessicali. La ragazza è scossa. Niente telecamere, in cura per depressione. Vale la pena? Ne vale la pena? Vale la pena di portare avanti questa pratica credendo a questa parte lesa? Questa piccola stronza che ha detto oddio, no, quando noi le abbiamo detto che una denuncia per stupro fa partire una pratica che può andare avanti per mesi, per anni? Anni?
Violetta Bellocchio, Electra (Il Saggiatore 2024)
Se domani non torno.
Quando nel novembre 2023 migliaia di persone hanno espresso la loro vicinanza alla famiglia di Gino Cecchettin per la perdita della figlia Giulia, al cordoglio social si è unita anche la polizia italiana, pubblicando alcuni versi della poesia di Cristina Torres Cáceres:
Se domani sono io, se domani non torno, mamma, distruggi tutto. Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima.
Sotto, migliaia di commenti - siamo arrivati a superare i 9mila - non di apprezzamento per il lavoro svolto nel contrasto alla violenza ma, anzi, testimonianze di richieste d’aiuto rimaste inascoltate, voci non credute, minimizzazione dei fatti, vittimizzazione secondaria (“cosa avevi fatto per provocarlo?”).
Queste voci sono dati.
Thick data1, dati piccoli ma pieni di informazioni, di indizi sui motivi per cui le violenze contro le donne non calano.
In quei giorni io e altre persone dell’associazione onData - grazie
e Alice Corona - abbiamo pensato che quei commenti non dovessero andare persi. Serviva tenerne un archivio, prendersi cura della memoria chi aveva vissuto una situazione di violenza, di persecuzione e non è stato ascoltatə. Abbiamo estratto un campione di 1156 commenti e in questi giorni ho deciso che era il momento di guardare dentro questo dataset.Non riporterò testualmente le testimonianze, perché non ho potuto chiedere il permesso alle singole persone di farlo, ma si trovano ancora tutte sotto il post.
Cosa c’è in questi commenti?
Come dicevo, ci troviamo lunga serie di testimonianze, principalmente denunce di negligenza e cattiva condotta da parte delle forze di polizia italiane. Riguardano situazioni di violenza domestica, stalking, molestie e abusi, dove le vittime affermano di non aver ricevuto l'aiuto adeguato o di essere state trattate con indifferenza o mancanza di rispetto. Secondo ChatGpt, a cui ho dato da leggere il file in formato .txt chiedendo un’analisi del contenuto, le testimonianze suggeriscono anche “la presenza di pregiudizi di genere nelle forze di polizia, con alcune vittime che riportano risposte sessiste o la percezione che le loro esperienze siano state svalutate a causa del loro genere”.
Il sostantivo più ricorrente è casa
Sia l’analisi che mi ha fatto ChatGpt dell’intero documento sia la mia analisi manuale tramite OpenRefine del file originario in formato json, conferma che "casa" sia uno dei sostantivi più ricorrenti (89 volte).
Nonostante il governo abbia tentato, in questi giorni, proprio davanti a Gino Cecchettin, di sfruttare il 25 novembre per fare propaganda anti migratoria diffondendo falsità, questo dato riflette fedelmente il quadro fornito dalle statistiche ufficiali della polizia: nel 2023 in Italia le richieste di aiuto per episodi di “violenza domestica o di genere” sono state 13.793. Di queste, nel 61,5% dei casi, l'autore della violenza era legato alla vittima da una relazione sentimentale, attuale o passata. In due casi su cinque, sono presenti anche minori coabitanti.
Nell’analisi dei luoghi troviamo anche:
Stazioni e mezzi pubblici: spesso scena di molestie e insicurezza, come treni o stazioni ferroviarie.
Caserme e questure: luoghi dove le vittime si recano per cercare aiuto ma si sentono ignorate o derise.
Strade pubbliche: frequentemente teatro di episodi di stalking, catcalling e aggressioni.
Tra le persone citate ci sono gli autori delle violenze: padri, fidanzati, stalker, vicini di casa, sconosciuti, e le vittime sono donne, spesso giovanissime, che raccontano esperienze traumatiche.
Tra le violenze riportate troviamo "picchiare", "stalkerare", "molestare", "minacciare".
Una parola che si ripete è “amica”: può essere la vittima stessa, che chi scrive il commento ha accompagnato a fare un tentativo di denuncia, oppure l’unica persona a cui si è raccontato il fatto. Anche qui il dato è in linea con un’analisi della Commissione Parlamentare d’inchiesta sui femminicidi, per cui il 58% delle vittime tra il 2017 e il 2018 aveva raccontato delle violenze alle proprie amiche.
I verbi più usati riflettono azioni o mancanze critiche, ma anche vittimizzazione secondaria, richieste d’aiuto ignorate o derise:
"non possiamo fare nulla", "non interveniamo", "non ci interessa".
"ridere", "minimizzare", "deridere".
"chiamare", "segnalare", "denunciare".
"ignorare", "lasciare sola", "voltare le spalle".
Secondo i dati dell'Istat, il 21,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni ha subito comportamenti persecutori da parte di un ex partner, uno dei modi in cui il controllo maschile si appropria non solo del corpo, ma dell’intera esistenza della sua vittima. Chi subisce stalking rinuncia a vivere la propria vita quotidiana, cambia abitudini, smette di frequentare luoghi pubblici, si toglie dai social network e spesso non ci torna più. È un modo per esercitare potere su un’altra persona, che è esattamente quello che fa il patriarcato.
Solo una minoranza denuncia, dice l’Istat: spesso a causa di una percezione di inefficacia o mancanza di supporto.
E ne abbiamo le prove.
La dataviz della settimana
a cura di Roberta Cavaglià
Se il feed dei nostri social fosse reale, fisico, quanti metri ne “scrolleremmo” ogni giorno? In una ricerca pubblicata sulla rivista specializzata Current Opinion in Psychology sul modo in cui i social media distorcono la nostra percezione delle norme sociali, lə autorə affermano che un utente medio ogni giorno “scrolla” per più di 90 metri (o 300 piedi). Un dato che, come ci ricorda questa dataviz realizzata dall’information illustrator Harrison Schell, corrisponde circa all’altezza della Statua della Libertà.
Ci vediamo in giro?
Roma, 22 novembre: alle 17.30 al Teatro Costanzi, per la presentazione dell’ultimo numero di Calibano, la rivista di attualità culturale dell’Opera di Roma ed @_effequ_ , che parte da “Simon Boccanegra” per esplorare da molteplici prospettive il tema del potere. Dentro la rivista c’è un mio pezzo sul potere degli algoritmi.
Firenze, 23 novembre: intervengo all’Eredità delle Donne, in Manifattura Tabacchi (via delle Cascine, 35). Gli eventi sono gratuiti ma bisogna prenotarsi su Eventbrite. Salgo sul palco con Linda Laura Sabbadini - e se mi leggete sapete benissimo quanto sarò emozionata!
Roma, 25 novembre: alle 18 alla libreria Feltrinelli di largo Torre Argentina modero la presentazione del libro “Non solo parole. Guida a una cultura condivisa” pubblicato da ValoreD, con Maria Grazia Calandrone.
Bologna, 26 novembre: presento Quando i dati discriminano alla Fondazione Barberini alle 18:30.
Online, 27 novembre: nel pomeriggio parlo di dati al Forum della Conoscenza di Assirm, è gratis ma bisogna iscriversi qui per partecipare.
Brugherio (Monza), 3 dicembre: algoritmi e dati che discriminano per la rassegna “Leggere il presente” organizzata dalla biblioteca comunale.
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Thick data, dal glossario del mio libro Ti Spiego il Dato: letteralmente “dati densi”, che forniscono densità al fenomeno studiato. Emergono dai metodi della ricerca qualitativa ed etnografica con l’obiettivo di rivelare nel dettaglio le storie delle persone. Ci dicono il “perché” sta succedendo quel qualcosa che abbiamo misurato con i big data.