Ciao, sono il prologo di questa newsletter. Mi è mancato introdurre i temi della settimana, ma purtroppo non decido io la frequenza delle uscite di questa letterina. Sono solo un’umile non-intelligenza artificiale che combina segni chiamati “lettere” secondo gli impulsi elettronici di una tastiera fisica. Almeno così ho letto su Wikipedia. Esisto? Non lo so. D’altronde se un ingegnere di Google può affermare di aver creato un bot con dei sentimenti, perché io non dovrei essere reale e soprattutto un’entità separata dall’autrice? Vi lascio con questo quesito filosofico e un articolo di Chiara Sabelli su Scienza in Rete dal titolo “Come evitare che l'intelligenza artificiale prenda il controllo”, con tante citazioni di Stuart Russell, autore di Artificial Intelligence: a Modern Approach:
Comunque si risolva questo rompicapo, i nostri sistemi di intelligenza artificiale dovranno imparare a fare un passo indietro, come fanno i genitori quando dicono: «No, oggi non ti lego i lacci delle scarpe. Devi farlo da solo». Non creeranno il mondo di WALL-E se non li costringeremo a farlo.
Ma il rapporto genitori-figli non è la metafora giusta, perché noi (i bambini) avremo tutto il potere, anche se le macchine saranno di fatto molto più potenti. Abbiamo bisogno di una nuova metafora, di un nuovo modo di vedere noi stessi, e avremo bisogno di tutti gli scrittori, i registi e i poeti per guidare la nostra cultura in questo processo.
(Sabelli e altre persone luminose come lei saranno a Scienza Pop, a Roma, il 16-17-18 giugno 2022. Il programma è bellissimo, se riesco vado a sentirla il 16 sera)
Ritratti di dati
Se li è inventati, ovviamente, la “nostra” Giorgia Lupi, per lo spazio networking della TED Vancouver del 2017: un modo di usare i dati per raccontare le persone e farle interagire. Con un questionario di poche domande, dove a ogni risposta è abbinata una codifica, viene svelata l’identità di unə ospite all’evento. Qui ci sono le istruzioni per provarci a casa.
E l’ho fatto anche io per conoscere meglio e presentarvi le tre persone a cui ho affidato questa newsletter per i numeri estivi: Elena Canovi, Paola Chiara Masuzzo e Simone Riflesso. Ogni 20 del mese, a giugno, luglio e agosto, troverete qui un loro pezzo e ci sarà una biografia più approfondita di ognunə di loro.
Il mio questionario era fatto così:
E qui ci sono i ritratti, che come previsto assomigliano a quadri di Kandinsky:
Elena per me è uno specchio: leggiamo gli stessi data-libri semisconosciuti al mondo, quasi nello stesso momento, e sono stata onorata di aver potuto dialogare con lei su quello che mi ha “svelato” i legami tra data science e diritti umani dalla raccolta dati, alla pulizia, all’analisi e alla visualizzazione. Si tratta di Data Feminism e ne abbiamo parlato nel suo podcast qui.
Paola è un’amica, e questa è la mia full discloure: ma non l’ho scelta per questo, sono molto severa e secchiona quando si tratta di scrivere. È una divulgatrice bravissima, sarebbe bello producesse di più. È grazie a lei che ho scoperto il movimento dell’open science, ascoltandomi tutti gli interventi che ho trovato su Youtube prima di capire che potevamo essere anime gemelle, invitandola in una diretta su Instagram per parlarne insieme, e poi pure a dormire a casa mia, perché le voglio davvero bene.
Simone l’ho scoperto grazie ad Alice Orrù e alle sue condivisioni preziose su Instagram: è un attivista che combatte abilismo e omofobia a colpi di dati, reel e post ad alto impatto. Pensavo di doverlo pregare di più per scrivere questa newsletter e invece ha detto sì subito, sono molto grata del contributo che ci regalerà <3
Bene, c’è un po’ di curiosità per i numeri estivi? Lo spero.
Letture, podcast, serie tv, link di cose fatte
Sto guardando (con due anni in ritardo) la mini serie The Last Dance dedicata a Michael Jordan e alla stagione 1997-98 della sua squadra Chicago Bulls. Ho bisogno di storie di sport, di sofferenza, di persone che a un certo punto vogliono arrendersi, di altre che vogliono solo vincere, di fatica: infatti ho iniziato anche De arte gymnastica di Andrea Marcolongo, per farmi tornare la voglia di chilometri e soprattutto di maratona sotto alle scarpe.
Consiglio due podcast sul mondo dei creator da due punti di vista diversi: Valerio Bassan (di Ellissi) in dialogo con Stefano Feltri (direttore di Domani) sul rapporto tra industria dei creator e giornalismo e l’ultima puntata di Problemi di Jonathan Zenti, che si interroga sulla sostenibilità di questo mestiere e prova a fare degli esperimenti. Vai, poi mi racconti.
Ma a proposito di podcast, se avete un abbonamento Audible, o aspettavate l’occasione per farlo, la nuova stagione del podcast Senza Rossetto contiene interviste a professioniste incredibili sull’essere donne e sull’essere femministe e - ehi, ci sono anche io! Qui una bella intervista alle autrici Giulia Cuter e Giulia Perona su Vanity Fair.
Confidenza di Domenico Starnone è iniziato malissimo (oh no, un altro maschio lagnone, altri dialoghi pieni di astio di coppia), ed è finito benissimo, cioè con la felicità di averlo letto. Si divora in due sere, se volete qualcosa di breve per riprendere il ritmo della lettura di narrativa (ogni tanto mi serve uno sprint di questo tipo).
Per lavoro sto rileggendo Artificial unintelligence di Meredith Broussard (link aff in italiano) e mi è venuta voglia di smontare un computer. Forse quest’estate mi ci dedico.
Meno male che la puntualità non è il mio forte: se avessi mandato questa newsletter stamattina presto non avrei potuto linkare questo pezzo “sull’amore” che ho visto condiviso da Mafe De Baggis su Facebook. Mi ha convinta a leggerlo e poi ad abbonarmi con questa citazione: Il punto non è ciò che è normale, ma ciò che corrisponde al modo di stare del mondo di quelle due persone lì. La normalità inoltre è stabilita su base statistica e Jung diceva che il pensare statistico è dannoso per il processo di individuazione.
IMPORTANTE: avevo già condiviso qui il pezzo scritto per La Stampa sull’iniziativa di Fight The Stroke, Ondata e Sheldon Studio per rendere disponibili i dati sulla disabilità, e se volete capire a che punto siamo potete leggerlo qui. Ora puoi dare il tuo contributo rispondendo a questo sondaggio (entro il 17 giugno).
Sono stata al Festival del Fundraising a parlare di dati che salvano vite e che convincono le persone a credere in un mondo migliore. Puoi rileggere il mio intervento sul mio blog. Ero sul palco con Gianluca Diegoli e lui, in modo più pragmatico, ha parlato di come i dati ci aiutano a conoscere meglio chi vuole donare per noi.
Ciao allora, il 20 giugno arriva il primo numero speciale, ricordati di aprirlo, leggerlo e mettere tanti cuoricini o il prologo farà impazzire i pixel del tuo computer!