Contiene trigger: disturbi dell’ansia e piccoli spoiler del film The Eternals
Voleva salire in taxi con me, un giorno.
Ma come, pure in viaggio? Io che ho sempre amato il brivido di partire da sola. Ok, ti faccio posto qui dietro, ma guarda che il biglietto del treno non te l’ho preso.
È venuta comunque, si è infilata nella borsa dove tenevo 6 libri, l’ipad e il kindle (quattro ore di treno senza bambini e grandi aspettative).
Sissy è la mia ansia e quell’istante, sul taxi, è stata la prima volta che mi sono indispettita così tanto dalla quantità di giorni che mi stava appresso che ho iniziato a parlarle e a darle un nome.
Sissy, hai rotto. Se sei qui c’è un motivo, ok, però zitta ora che siamo nella carrozza silenzio.
Detesto quando viene usata la parola “ansia” a sproposito: “che ansia”! Lo facevo anche io, poi ho capito che la mia era adrenalina, entusiasmo e sì, una leggera ansia da prestazione, ma ecco, niente in confronto a quello che mi accade in queste settimane, dove ci sono giorni migliori e altri in cui non si vede la via d’uscita, anche se sono sicura che sia lì, da qualche parte.
Ahhh Sissy: mai avuto una compagna di vita così. Per me è stato tutto nuovo, anche se mi sono aggrappata fortissimo agli insegnamenti del protocollo MBSR in cui ci hanno insegnato a tornare milioni di volte sul respiro, sul corpo che si appoggia alla sedia, sul letto, sul pavimento. La mia parola chiave di notte, quando sono in preda ai pensieri, è “alluci!” per ricordarmi che il body scan è il modo migliore per recuperare il filo di chi sono, dove sono, e tenere Sissy sopra di me come una nuvola, e non dentro di me.
Certo, quando una come Sissy ti morde le caviglie, i dolori - anche fisici - sono così intensi che portare l’attenzione sul respiro o stare nella sofferenza è davvero difficile. È stato difficile.
Tra le cose che mi hanno aiutato di più: le voci amiche vicine e lontane (santissimi vocali), la psicoterapia e, inaspettatamente, Gigi D’Agostino in cuffia mentre lavoro.
Sto scrivendo questa newsletter (con 5 giorni d’anticipo, mai successo prima) provando tanto affetto per Sissy: se è arrivata come Mary Poppins con il vento del nord forse vuole dirmi qualcosa, e devo ascoltarla.
Non mordere però, che possiamo trovare un accordo: ti do un biscotto e ti accomodi qui sotto la scrivania. Poi però fai come MP: cambia il vento e te ne vai, ok?
Anche Angelina Jolie
(no spoiler sulla trama)
Sabato sera ho visto The Eternals, film Marvel diretto da Chloé Zhao in cui dei supereroi immortali devono salvare la Terra dai soliti nemici ecc. Una delle protagoniste è Thena, interpretata da Angelina Jolie, affetta da una particolare forma di disturbo mentale nel film chiamato Mahd Wy’ry, innescato dai ricordi accumulati nel corso di millenni.
Thena è chiaramente in burnout.
Non distingue i buoni dai cattivi, diventa aggressiva nei confronti di chi le vuole bene, e nello stato d’animo in cui si trova è praticamente “un peso” per tutto il team di supereroi, che ha già tanto da fare per salvare gli umani.
Così la regista la descrive in un’intervista:
Stiamo parlando di una delle guerriere femminili più forti della mitologia, e di abbatterla e di farla crollare fino al punto in cui si sente persa. Può battere chiunque. Ma non può proteggere sé stessa da sé stessa, non con la forza e non con il potere.
Questo invece il commento di Jolie:
Tutti noi siamo “danneggiati”, in un modo o nell’altro, abbiamo un bagaglio pieno di dolori, ma il fatto che il personaggio mostri sullo schermo questi problemi è un modo per renderla più umana e vicina al pubblico. La vedi nel costume e sembra frivolo e buffo, tanto che questa tutina ha messo a disagio me per prima, ma poi ho capito che ha un senso, la rende parte di qualcosa di più grande di sé, capace di abbracciarne la diversità.
La tutina frivola è un bel punto di riferimento. È il mio alluce. Può succedermi di tutto, comunque ho un alluce da cui ripartire per ritrovare pezzi di me. Magari invece un giorno metterò una tutina da superhero e cambierò vita, ma ovviamente sarà la mia identità segreta e non potrò raccontarvelo :)
Continua Fosforo, puoi riceverla anche tu
Questi 15 giorni di newsletter “dono” per UNHCR inventata da Aurora Ghini sono un regalo, ogni mattina faccio un refresh compulsivo per ricevere il pezzo del nuovo autore o autrice in lista. Puoi recuperare le newsletter passate e ricevere quelle nuove con una donazione all’Agenzia ONU per i rifugiati, qui.
Arriva anche una letterina scritta da me, prossimamente.
Il ragazzino di carta è stato in tv
Portato da Licia Troisi a TerzaPagina, su Rai5. È molto fotogenico, no?
La puntata si recupera qui.
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(Anche questo è storytelling - partecipativo dei dati :) Fonte)
E per oggi finisco qui, ciao ciao :)
Una bellissima newsletter! Riguardo al personaggio di Angelina a me però una cosa ha infastidito: il fatto che spesso le ripetessero "non sei tu, torna in te", come se dovessimo rigettare la parte di noi danneggiata e traumatizzata. Ecco, a volte quando la mia Sissy non si scolla di dosso, vorrei sentirmi dire "ti riconosco anche così, va bene lo stesso, sei sempre tu". Era un po' che volevo parlarne!