Salvare il mondo tra una riga e una colonna
Lo spreadsheet activism è una forma di attivismo efficace che opera usando fogli di calcolo e form di Google, ma non solo: serve anche a creare archivi di violazioni di diritti umani. Va protetto.
In questo numero: gran parte dell’attivismo digitale si basa su strumenti semplici come Google Drive. Cosa succede se la piattaforma nazionale anti-pirateria tiene in ostaggio organizzazioni e attivisti per sei ore?
Segnalo una bella recensione di Quando i dati discriminano sul magazine del CNR, e poi: il Data Book Club, gruppo di lettura che si confronta su libri di dati e tecnologia ha una newsletter, iscriviti! Abbiamo segnalato tutti i titoli che leggeremo quest’anno, con due novità: un livello di difficoltà crescente e la possibilità di scegliere varie opzioni di lettura. Visto che tra i primi c’è anche Ti Spiego Il Dato, sappi che tu hai lo sconto del 15% con il codice TSID15 per comprarne una copia sullo store dell’editore (su tutti i libri del catalogo in realtà!).
E ora, cominciamo.
I data-link della settimana
Oggi una data notizia un po’ diversa dal solito perché te la racconto io, Roberta Cavaglià: da fine estate infatti collaboro con Donata alla stesura della newsletter e in questo numero farò un piccolo takeover della sezione dei data link per raccontarti la mia ultima inchiesta.
Insieme ad altre due giornaliste freelance, Stefania Prandi e Francesca Candioli, negli scorsi otto mesi abbiamo raccolto testimonianze di discriminazioni, molestie verbali e sessuali da 239 studenti e studentesse e da quattro fonti interne alle dieci scuole di giornalismo riconosciute dall’Ordine Nazionale dei Giornalisti. La metà delle persone sentite ha riferito di aver assistito o saputo di molestie sessuali e verbali, tentate violenze sessuali, atti persecutori, stalking, ricatti e discriminazioni di genere nel corso degli ultimi dieci anni.
Un terzo delle alunne ha descritto nel dettaglio gli abusi subiti. Di fronte a questi dati estremamente preoccupanti, abbiamo scelto di portare le testimonianze di fronte alle stesse scuole, agli Ordini regionali e all’Ordine Nazionale. Trovi le testimonianze che abbiamo raccolto e le dichiarazioni degli enti coinvolti all’interno dell’inchiesta, pubblicata da IrpiMedia in collaborazione con il collettivo Espulse. La stampa è dei maschi, insieme a un vademecum su come riconoscere gli episodi di violenza nei luoghi di formazione e un questionario aperto a studentesse e giornaliste per segnalare altri episodi di molestie e sessismo avvenuti nei master o nelle redazioni.
Un dataset a tema: il Global Database on Violence against Women di UN Women raccoglie dati sulle misure contro la violenza sulle donne approvate da 193 paesi diversi per anno, tipo di misura e forma di violenza. La pagina sull’Italia è ancora in costruzione, ma resta un ottimo punto di partenza per ricerche globali o per avere una cronologia delle misure approvate nel tempo.
Controllare gli archivi è controllare la memoria.
Aleida Assmann, Ricordare. Forme e mutamenti della memoria culturale (Il Mulino, 2002)
Spreadsheet activism, archivi e pirateria
Archiviare tutto. Rendere disponibile materiale grezzo e originale per giornalisti, associazioni, altri attivisti. Conservare e distribuire conoscenza oggi è diventata una delle forme più potenti di attivismo: dalla guerra in Siria con il lavoro della non profit Mnemonic per il Syrian Archive, ai numerosi casi studio di archivi fisici, digitali e installazioni artistiche raccolti nel libro "Archiviare tutto" da Gabriella Giannachi per Treccani,
i database sono il mezzo attraverso cui realizziamo la mappatura del nostro quotidiano
come scrivevo in una recensione al saggio della direttrice del Centre for Intermedia and Creative Technologies alla università di Exeter.
Nel Syrian Archive il materiale è così tanto che “ci sono più ore di contenuto generato dagli utenti sul conflitto siriano che ore del conflitto in sé”, si legge in un’intervista al direttore della ricerca della ong Mnemonic, Jeff Deutch. È stato calcolato che ci vorrebbero 40 anni per riguardare tutto il contenuto del Syrian Archive preservato dal 2014.
Cosa succede quando questi archivi sono ospitati da server che in un batter d'occhio possono risultare inaccessibili, a causa del malfunzionamento di software? È quello che è successo quando il Piracy Shield, il sistema nazionale anti-pirateria italiano, ha causato un notevole disservizio bloccando erroneamente Google Drive e una cache di YouTube. L’incidente è avvenuto il 19 ottobre 2024, durante una partita di calcio tra Juventus e Lazio, quando il sistema ha segnalato e bloccato il dominio critico di Google, impedendo agli utenti di accedere ai file archiviati sulla piattaforma. Per sei ore. Come è potuto succedere lo spiegano benissimo Luca Zurloni e Raffaele Angius su Wired, vi lascio al loro pezzo.
Qui mi sembra interessante ricordare che l’attivismo dei fogli di calcolo, o spreadsheet activism, sfrutta Google Docs e Fogli non solo per archiviare memorie, ma anche come una potente forma di organizzazione del volontariato, delle donazioni, delle azioni da mettere in atto durante un’emergenza: un esempio recente è Operation Olive Branch, un'iniziativa di solidarietà globale lanciata a febbraio 2024 e guidata da volontari, con campagne incentrate su Gaza, Congo e Sudan.
Il nodo centrale di OOB è il foglio di calcolo usato per fornire una guida alle donazioni di mutuo sostegno per le persone in difficoltà.
Ma è anche un archivio di storie, di testimonianze, suddivise per tipologia: ci sono famiglie che hanno bisogno di aiuto medico, sostegno per familiari con disabilità, c’è una sezione specifica per sostenere un’equipe che fornisce assistenza prenatale, post-partum e infantile.
Non nasce con il fine di registrare memorie o dare notizie, ma in fondo fa anche questo.
E tra digital-volontari ci si aiuta.
Il progetto syriaaccountability.org ha una pagina di suggerimenti e consigli per portare avanti un lavoro di documentazione e conservazione nei contesti di guerra, tra cui la necessità di salvare copie del proprio lavoro anche fuori da Google. Usando per esempio archive.org, una biblioteca digitale pubblica e gratuita che fornisce accesso a contenuti di valore e consente al pubblico di scaricare e caricare materiali digitali dai suoi database. La maggior parte dei dati è raccolta automaticamente e il suo archivio web, noto come Wayback Machine, contiene più di 728 miliardi di pagine web, con nuovi contenuti aggiunti continuamente. Se non l’avete mai usata consiglio un giretto, magari provando a visitare quei siti a cui eravate affezionati appena arrivati su internet, o per notare come sono cambiate le homepage dei giornali in vent’anni.
Salvare vite tra righe e colonne
Non solo archivio: quando si verifica una crisi umanitaria, è proprio attraverso un foglio di calcolo che organizzazioni, enti locali e attivisti si mobilitano per rispondere, come abbiamo visto recentemente in Emilia Romagna con un form di segnalazioni diffuso proprio dal comune di Bologna.
Nel 2016 ho fatto parte di un gruppo di “attivisti digitali” che aveva creato una piattaforma per rispondere ai bisogni delle popolazioni colpite dal terremoto in centro Italia. Il nostro quartier generale era la piattaforma di Github, ma a rendere possibile il funzionamento del sito e della gestione delle domande/offerte di aiuto, come un servizio di ticketing, c’erano competenze tecniche specifiche. Abbiamo poi replicato il modello con l’emergenza covid, e ha funzionato ancora.
Anche Operation Olive Branch si presta a essere riprodotto da altre persone e in altri contesti, c’è persino una pagina che spiega come farlo.
Se i software anti-pirateria non bloccano Google Drive nei prossimi mesi (dai su!), abbiamo tra le mani un ottimo strumento per documentare le ingiustizie, fornire prove e garantire che le storie delle persone discriminate non vengano dimenticate.
Il data progetto del mese
Influweb è un progetto di epidemiologia partecipativa che raccoglie dati sulla diffusione di sindromi influenzali o simil-influenzali (come il coronavirus).
Chi partecipa allo studio - che è su base volontaria - compila un formulario iniziale con alcune domande (età, occupazione, nucleo familiare, condizioni di salute pre-esistenti, ecc.) e ogni settimana riceve per email un questionario per riportare il proprio stato di salute. Senza sintomi, il form si completa in circa 30 secondi: se si hanno sintomi, dai 3 ai 5 minuti.
I dati raccolti tramite il questionario servono a monitorare la distribuzione di alcuni sintomi in tutta Italia e la loro evoluzione nel tempo e saranno utilizzati per la ricerca scientifica sulla diffusione delle sindromi influenzali e simil-influenzali.
Supportato da diversi enti, tra cui l’Unione europea, Influweb rappresenta il nodo italiano di Influenzanet, il network per il monitoraggio delle malattie influenzali attivo in oltre dieci paesi europei e gestito da istituti di sanità pubblica.
Conosci altri progetti di raccolte dati dal basso? Puoi segnalarli compilando questo form - a proposito di spreadsheet activism :) (oppure puoi aiutarmi a condividerlo, se vuoi!).
La dataviz della settimana
Quanto è inquinata l’aria che respiriamo? Per trovare risposte, ci rifugiamo nei dispositivi digitali: telefoni, computer, schermi urbani.
Yellow Dust supera questa mediazione e mostra le informazioni sulla qualità dell’aria (in particolare, sulla presenza di particolato fine o PM 2.5) direttamente nell’aria,
attraverso una serie di sensori che raccolgono dati e al tempo stesso rendono visibile l’inquinamento.
Nei giorni di alta concentrazione di particelle, il vapore acqueo emesso dall’installazione aumenta, aiutando le persone a percepire — in maniera visiva, cutanea e respiratoria — la presenza dell’inquinamento (e anche ad alleviarne le conseguenze, soprattutto per chi soffre d’asma).
Realizzata dal gruppo di architetti e architette C+arquitectos/In The Air per la Biennale di Architettura e Urbanistica dii Seul del 2017, l'installazione prende il nome e il colore dallo Hwangsa, il nome con cui si conosce in coreano l’insieme di particelle di polvere e inquinanti industriali trasportate dal vento dalla Mongolia e dalla Cina settentrionale in Corea del Sud, principalmente durante la primavera.
“La nostra installazione mette in discussione l'idea della polvere gialla come entità straniera e indesiderata”, spiegano lə ideatorə di Yellow Dust, “e rivela, nei mesi in cui lo Hwangsa non soffia, se l’aria di Seoul è inquinata da particelle locali”.
Prossime date:
Bari, 25 ottobre: sono allo Storytelling Festival organizzato da La Content, con uno speech da titolo “Dati che discriminano, contare come cura”.
Trieste, 30 ottobre: al Trieste Science Fiction Festival per presentare il mio libro “Quando i dati discriminano” (Il Margine 2024). Non mancheranno note di fantascienza e distopie basate sui dati.
Reggio Emilia, 6 novembre: alle 21 sono al Reggio Emilia Film Festival.
Vicenza, 9 novembre: al Festival Biblico Tech con tantissime persone che stimo.
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