La notizia della bozza di voto della Corte suprema sull’abolizione del diritto all’aborto (grazie a uno scoop di Politico) è devastante: forse perché diamo per scontato che nelle nostre democrazie occidentali i diritti siano acquisiti una volta per tutte, che tornare indietro sia impossibile. Ma le attiviste osservano e denunciano da tempo gli attacchi alla libertà delle donne e all’autodeterminazione del proprio corpo, e notano come si tratti quasi sempre di piccoli e impercettibili (per chi ha il privilegio di non subire sulla propria pelle queste discriminazioni) cambiamenti avviati a livello micro-locale (consultori, ospedali), regionale, poi statale e infine, ma speriamo di no, internazionale:
È un fatto noto che l’accesso all’IVG negli Stati Uniti non è garantito da una legge federale, ma da una sentenza, Roe v Wade, emessa nel 1973. Da allora, l’erosione di questo diritto di base è stata lenta e inesorabile, un po’ come accade in Italia con l’obiezione di coscienza e la prolifer…