"I dati sono il nostro sesto senso" - edizione speciale con data guest star
3 domande all'ospite misteriosə e una lista di risorse da leggere e da provare
Come anticipavo a fine 2022, quest’anno la newsletter prende una forma diversa l’ultimo mercoledì di ogni mese: ospiterò una persona che lavora con i dati (anche la più insospettabile) e le farò 3 domande da cui tuttə possiamo imparare qualcosa.
In più, trovate una “lista delle risorse del mese”, letture e strumenti da provare per sperimentare con i dati.
Oggi comincio da Rossana Coro, meglio conosciuta come SurRealDataviz (cioè “visualizzazioni di dati surreali”), cofondatrice del collettivo Data Suffragettes.
3 domande sui dati a... SurReal DataViz
Rossana Coro, l’avete già incrociata in questo numero, produce visualizzazioni e infografiche surreali, irriverenti, assolutamente non scontate per comunicare le sue idee ed emozioni rispetto all’attualità oppure alla sua vita privata. Di giorno è una rispettabile docente e digital designer, di notte… produce questi grafici:
Come non amarla? E soprattutto come non cominciare da lei per questa serie di esplorazioni nel mondo di chi lavora con i dati? Infatti.
1. Ciao Rossana, mi racconti cosa sono i dati per te?
Per me i dati sono uno degli strumenti che abbiamo per decodificare la realtà, il nostro vero sesto senso. La percezione del mondo del singolo ha e avrà sempre dei limiti fisici: la relativa breve durata della nostra vita, i limiti territoriali e sociali, le nostre bolle e i nostri istinti primordiali distorceranno sempre la percezione umana. E va bene così! È difficile percepire un intero sistema quando si è infinitesimali rispetto a lui! Non dobbiamo colpevolizzarci per avere dei bias, ma dobbiamo saper andare oltre questi (e soprattutto lasciarli fuori dalle nostre cabine elettorali!). Ecco, i dati sono uno strumento molto utile per distinguere la realtà dalla percezione che ne abbiamo. Allo stesso tempo però, i dati, se usati in maniera scorretta, possono a loro volta deformare la percezione. Ad esempio, ho letto da poco un romanzo distopico intitolato “Vox” che immagina un futuro simile alla Gilead de “Il Racconto della Ancella”. La voce narrante racconta che tutto ha avuto inizio da una pesante opera di propaganda in TV a colpi di grafici che mostravano cifre vere, ma interpretate fuori contesto.
Uno degli esempi erano i dati sull’assunzione degli anti-depressivi, aumentati a quanto pare in corrispondenza della liberazione sessuale. Non solo c’era la confusione tra correlazione e causa, ma in più non veniva considerato che nel periodo precedente alla liberazione sessuale gli inibitori della ricaptazione della serotonina non venivano comunemente utilizzati come cura contro la depressione!
2. Qual è il lavoro che riguarda i dati che hai ammirato molto negli ultimi 12 mesi? (non per forza una data viz, ma ovviamente se vuoi sì)
È un progetto di dataviz perché io sono leggermente monotematica. Mi piace molto baby_datavis: è il progetto su Instagram di una ragazza diventata mamma da un paio d’anni che illustra la sua esperienza genitoriale con delle viz molto comiche e auto-ironiche su suo figlio e sul suo rapporto con lui. La mia preferita è quella in cui realizza che la parola preferita del figlio è “trattore” (che viene pronunciata decisamente più spesso della parola “mamma”). A quanto pare, non solo è un progetto molto divertente e istruttivo (soprattutto per chi non ha figli), ma è stato terapeutico per la stessa autrice. Ne ha scritto qui.
3. Per finire, cosa consigli a chi vorrebbe lavorare con i dati?
Posso dare dei consigli a chi vorrebbe lavorare nel mondo della data visualisation: non essendoci per ora dei percorsi di studio veri e propri, bisogna riuscire a mettere insieme la propria valigetta degli strumenti attraverso una formazione continua. Sta lì il difficile. Io ho fatto corsi brevi di data analisi, data visualisation, programmazione, tools (come Tableau e Power BI) e mi sono esercitata tanto, collaborando anche con altre persone che avevano delle competenze complementari alle mie (dentro il collettivo Data Suffragettes ad esempio) ; e soprattutto provando all’inizio con dei temi molto molto leggeri che mi interessavano (vedi l’aumento dell’adozione dei corgi in corrispondenza dell’uscita di The Crown su Netflix, a proposito di rapporti causa/correlazione non proprio ortodossi! )
La dataviz della settimana
La visualizzazione di questa settimana l’ho scelta dal rapporto di McKinsey del 2022, più per segnalarvi tutto il sito che la singola viz (purtroppo non molto incoraggiante per i dati che presenta). Ci sono moltissimi spunti sia dal punto di vista di come raccontare e confrontare dati con grafici che si chiamano “small multiples” (come questo, che affianca piccole viz invece di accumulare le stesse informazioni in un grafico unico), sia per i temi affrontati. Ne abbiamo da leggere per altri 12 mesi.
La lista delle risorse del mese
📒 Da leggere
Un lungo pezzo scritto nell’ottobre del 2022 sullo sfruttamento delle persone dietro il funzionamento delle nostre luccicanti intelligenze artificiali.
Sta finendo il Veganuary ma se mai avessimo dubbi su quale sia la scelta migliore in termini di regime alimentare per ridurre le emissioni di CO2 ecco una semplice bar chart (apri il tweet per vederla meglio):
Sullo stesso tema, o quasi: tra il 1 agosto 2018 e il 31 luglio 2021 in Amazzonia è sparita la foresta in un’area pari all’intero Belgio (+52% rispetto agli anni precedenti). Eppure è un territorio protetto e super controllato. Ma se i dati dei satelliti non mentono, come è stato possibile che accadesse? Con il “riciclaggio” illegale delle mandrie.
Quanto ci metti a capire una data visualization? Consigli super utili da
di per aiutare le persone a capire meglio le visualizzazioni di dati.Riccardo Saporiti intervista Jeremy Singer Vine, l’autore dell’imperdibile newsletter Data is plural.
🧰 Da provare
Una directory di link e strumenti per chi lavora con la data viz, scoperta via Giuseppe Sollazzo.
Come raccogliere le informazioni di lettura dal proprio Kindle e creare tante belle visualizzazioni.
Usare i disegni per sviluppare idee, invece dei brainstorming a parole.
Bene, anche questo mercoledì è andato. Ci sentiamo la prossima settimana!
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[NB: Questa newsletter è stata riletta e corretta dalla super Magda Basso. Se ci sono errori li ho fatti io aggiungendo cose prima dell’invio.]