Che città abbiamo progettato per bambini e bambine?
Forse stiamo sbagliando tutto. Tornata da Gent, in Belgio, ho riguardato certi dati.
In questo numero: i dati sulle città rivelano che forse non sono i social media a deprimerci, ma il fatto che le abbiamo progettate in modo “smart” per l’essere umano di default, cioè l’uomo di 30 anni sano e lavoratore, a scapito delle persone più vulnerabili come bambini, adolescenti e anziani.
Segnalazioni. È uscito un mio pezzo su La Stampa dove parlo dei dati sintetici, che vengono spesso presentati come LA soluzione ai bias algoritmici, mentre in realtà troppo spesso si ignorano le implicazioni politiche e sociali derivanti dall’introdurre una variabilità che prima non esisteva all’interno dei dataset.
E poi: oggi la newsletter compie 2 anni 🧁 !
Quando ho cominciato a scriverla siete arrivati in cinquecento, ora siete 6466 e c’è anche chi sostiene il mio lavoro con un abbonamento a pagamento. Per festeggiare ho deciso di fare due cose. Un esperimento, e cioè leggere ad alta voce il testo per chi vuole ascoltarlo mentre fa altre cose, e poi chiedere uno sconto alla casa editrice Qu…